Bologna è da sempre una città che segna, una città che permette a tutti, nativi o meno, di essere vissuta, amata e ricordata. Essa è come un’essenza, come l’abbraccio affettuoso di una madre, e chi ci è nato, in particolare, ne conosce bene le sfumature, le tonalità.
Ed è stato come passeggiare nell’autunnoso viale dei ricordi, ieri sera in particolare, nelle luminose vie della sua festa più amata, più rappresentativa non per colore politico, non solo, ma per ciò che rappresenta. Presenti per chi vi ha partecipato, i simboli di una tradizione che fatica a sbiadire, che acquisisce nebulosità nelle menti degli abitanti col passare del tempo, pronta però a farsi vivida non appena una scintilla, un odore, un’immagine la richiamano.
Così è stato per chi ha preso parte al concorso per il miglior piatto di tortellini, cucinati anche da numerosi bambini, così anche per chi si è fermato ad ascoltare gli inestimabili racconti di Eraldo Turra e Lorenzo Arabia, supportati da una brillante Carla Astolfi, regina del teatro, della comicità, ma prima ancora rappresentante d’onore di quella Bologna romantica e odorosa che molti di noi portano nel cuore.
Una serata di festa nella festa, quindi, quella di ieri sera, una serata dedicata alla riscoperta della tradizione culinaria e teatrale, un viaggio ricco di immagini che hanno saputo suscitare un misto di malinconia, gioia e serenità.
Ad entrambi gli eventi, fedele alle sue abitudini, anche il Consigliere RegionaleMaurizio Cevenini, che ha mostrato di se un nuovo volto, slegato da quello di sostenitore del Bologna Calcio o dell’ufficiale che celebra matrimoni.
Il volto di un abitante di Bologna, di un cittadino storico, di un ragazzo che andava a scuola e, come tutti, aveva compagni di banco, amici. E sono stati loro a raccontare come sono nati molti dei grandi personaggi che oggi guardiamo con piacere in televisione, da Luttazzi, a Giacobazzi, a Guccini, a Lucio Dalla, a tanti altri, più o meno famosi, ma ugualmente importanti.
Loro, che hanno detto “con questo libro porto un pezzo di Bologna sempre con me”, loro che, passando di qui, hanno depositato un mattone, contribuendo alla storia di questa città.
“Mi è stato detto che se avessi partecipato a questa presentazione avrei dato conferma a quelli che mi criticano di essere ‘leggero’” ha raccontato Cevenini, nel corso della serata “ma io, partecipando a queste cose, vedo gli occhi delle persone sincere, io qui mi trovo bene e ci verrò sempre”.
E, ridendo ad un aneddoto di Eraldo, ha aggiunto “Io non credo che Bologna sia così brutta come molti la dipingono, la città è cresciuta con le gambe della gente. Oggi c’è bisogno di gente motivata, perché c’è una sorta di grande depressione che tutti sfruttano”.
Annalisa Dall'oca