ARTICOLI PRECEDENTI - FORZA BOLOGNA

 

ARCHIVIO CAMPIONATO 2000-2001

 

 

 

L’ultima giornata

 

Come in poche altre occasioni l’ultima di campionato è stata una roulette russa per lo scudetto e per la retrocessione. Risultati che lasciano dubbi con professionisti già in vacanza che stravolgono ogni previsione. Ancora una volta si è dimostrato quanto sia fondamentale in un campionato come il nostro uscire rapidamente dal gruppo delle sette-otto squadre coinvolte nella lotta per la retrocessione. Il Bologna è riuscito a farlo a dieci-dodici giornate dalla fine ma questo non ha reso felici i nostri tifosi. Era l’anno giusto per la Uefa e chiudiamo dietro Atalanta e Brescia. L’ultima partita è servita solo all’Inter per superare il Milan e per noi a fare esordire altri tre giovanissimi. Consoliamoci pensando che, per la prima volta da anni, abbiamo un vivaio di grande livello. Ora la vacanza e un po’ di disintossicazione per i tifosi, nella speranza che la società si muova in modo intelligente con il giusto mix tra giovani promettenti e veterani, con Signori inamovibile.

Ultimo pensiero alla Roma che ha meritato lo scudetto. Ma questi miei articoli sono sempre in chiave rossoblu e quindi un pensiero particolare alla fetta di Bologna che vince lo scudetto: Antonioli, Mangone, Rinaldi lanciati sotto le Due Torri e partiti due anni fa per Roma hanno dato il loro onesto contributo in quell’Olimpico che nel ’64… Nel 2001 Inter-Bologna a Bari davanti a 918 persone.

Bologna, 17 maggio 2001 Maurizio Cevenini

Non roviniamo tutto

 

Ho difeso fino ad oggi la nostra squadra per quello che ha fatto vedere ad intermittenza in un campionato stranissimo che a due giornate dalla fine ha chiuso solo sulle prime quattro, senza stabilirne l’ordine, e sta lasciando aperto ogni altro obiettivo.

Il Bologna nelle ultime partite ha raggranellato una manciata di punti e ne bastavano altri due o tre per essere in Uefa. Verona era l’ultima stazione e contro una squadra disperata ci sta anche la sconfitta. Ma la sconfitta è una cosa, la resa anticipata è un’ altra. Non si può arrivare a prendere nove gol in due partite e non può essere una consolazione la corsa solitaria del solito Signori.

Il divario tra il Bologna e tutte le pericolanti a cui abbiamo fatto una trasfusione di punti è troppo grande per accettare senza uno scatto di rabbia questi risultati.

Arrivare ottavi, seppure fuori dalla Uefa, non è la stessa cosa di arrivare di poco avanti dalle retrocesse. 

Vuol dire bruciare tutto ciò che si era costruito in un bel inizio di campionato.

E’ inutile dire che è d’obbligo vincere le prossime due partite per salvare la dignità; contro il Lecce, in particolare, occorre far vedere ai generosi tifosi rossoblu che i giocatori non sono in vacanza, che hanno ancora qualche stimolo.

Resterà comunque il rammarico per una grande occasione sprecata con il classico strascico di polemiche. La speranza è che tutto termini in fretta per ripartire con i soliti buoni propositi per la campagna acquisti che, alla luce di queste ultime deprimenti prestazioni, rappresenta più che mai un’incognita.

27 maggio 2001                                Maurizio Cevenini

 

 

Cosa resterà…

 

stadiolecce_099.jpg (20748 byte)Cosa resterà di questo strano campionato e di un Bologna che arrivato alla soglia 40 si è inesorabilmente fermato? Certamente l’amarezza dei tifosi per aver visto per tante settimane la soglia dell’Europa, illusi da un avvio straordinario di tanti giocatori che supplivano a carenze tecniche con una voglia vera di emergere. Qualche bel ricordo rimane comunque: un paio di belle vittorie, l’orgoglio di San Siro con il lancio nella mischia dei giovani, i gol di Beppe Signori.

Speravo che con il Lecce ci fosse quel sussulto di orgoglio in particolare dei tanti che il prossimo anno non vestiranno più la maglia rossoblu e invece si è conclusa con la sagra paesana dei rigori, belli quelli di Cruz, drammatico quello del "nostro" Ingesson.

Domenica ci attende la trasferta inutile a Bari per l’ultima scapoli-ammogliati con l’Interstadiolecce_111.jpg (40049 byte) ben più delusa del Bologna.

Ho detto strano campionato perché i punti fatti non sono pochi ma non hanno acceso l’entusiasmo che per il pubblico bolognese è fondamentale. In tanti temevano la contestazione ma ha prevalso il buonsenso, l’ironia e soprattutto l’indifferenza. Tanti vuoti nella curva storica a segnalare uno scollamento che non si verificava da tempo.

Fortunatamente tra meno di un mese si parlerà soltanto del nuovo Bologna di Guidolin, che resterà, e spero che il nuovo gruppo si faccia amare per il temperamento e la voglia di essere Bologna.

Consiglio Comunale Bologna – Selezione Lecce = 4-3

Bologna, 10 maggio 2001 Maurizio Cevenini

 

Cinque minuti, grazie Kolivanov

Una azione da manuale ha portato in gol il solito Signori e ha mandato in visibilio il Dall’Ara stipato e vestito a festa come sempre quando arriva la signora del calcio; poi la Juve, ma soprattutto Zidane, con il solito uno-due che colpisce un Bologna fragile in difesa.

Recriminazioni per questa partita, persa nettamente, ne trovo poche se non qualche scelta su giocatori che non riescono in questa stagione a dare il massimo.

Bruciano molto di più per la Uefa oggi straordinariamente lontana, i punti lasciati con squadre inferiori a questo Bologna anche se paradossalmente le prossime tre partite lasciano aperta la speranza ma ci vorrebbe una scossa che non vedo nel gioco di queste ultime settimane.

C’è stato spazio, in questa domenica da dimenticare, per Igor Kolivanov. Operazione nostalgia per un giocatore che ha dato moltissimo al Bologna e il pubblico non lo ha dimenticato. Ha toccato solo due palle in cinque minuti intensi di partita, con quel numero nove che fu di Nielsen, Clerici, Savoldi. Ma va bene così; in fondo sono passati tanti anni da quando con Signori e Zeman fece grande il Foggia. Ha dato molto anche al Bologna di questi anni miracolosi.

Ho parlato con molti tifosi e, nonostante l’amarezza, c’è consapevolezza che il livello mantenuto in questi anni in serie A è il massimo che una società seria e onesta può ottenere.

Non mi stancherò mai di dire che rispetto a Inter, Lazio, Roma che qualche dubbio lasciano con il gioco dei tre passaporti, a Bologna si gira a testa alta.

Consiglio comunale Bologna – Selezione Torino : 5-2

 

20 maggio 2001 Maurizio Cevenini

 

Guidolin batti la Juve

Il timore che le elezioni politiche potessero incidere sul mio umore mi ha convinto ad anticipare i tempi per la scrittura di questo pezzo.

L’unica cosa certa dopo il risultato di Brescia, compreso il duello dei grandi vecchi Baggio e Signori, è che Bologna Juventus, molto probabilmente sarà determinante per lo scudetto e per la coppa Uefa. Quando arriva la Juve al Dall’Ara, come in quasi in tutti gli stadi d’Italia, è un evento unico. Al Bologna serve questa vittoria per lasciare un bel ricordo di una stagione altalenante ma non insoddisfacente, nonostante i tanti punti lasciati per strada con squadre sicuramente inferiori alla nostra. Servirà da spinta al Presidente e a Cinquini per la campagna acquisti ma anche ai rossoblù che restano e a quelli che vanno, per una carica superiore nella nuova stagione che inizierà molto presto.

Ma servirà anche a Guidolin per aggiungere un altro tassello nella faticosa conquista dell’Europa che sarebbe la conquista di Bologna.

Ne parlavo col Ciccio, mio e suo consulente spirituale, mentre tagliava una grossa porchetta elettorale nel cortile del suo regno.

Non ci vuole molto per far sbocciare quell’amore che Bologna riserva a tutti coloro che vestono rossoblù; contro l’Udinese un drappello sparuto dell’Andrea Costa, dopo il gol di Olive, aveva intonato timidamente un "Francesco, portaci in Europa" soffocato ben presto dal pareggio degli ospiti.

Ma con la Juve sarà un’altra cosa, ne sono certo; se andrà come spero, il Dall’Ara dovrà tributare al suo allenatore, schivo e riservato, almeno un piccolo coro.

 

12 maggio 2001 Maurizio Cevenini

 

Senza vergogna

Ancora una delusione con l’Udinese e irrimediabilmente si allontana l’Europa. Qualche recriminazione per il solito black out dopo il gol, la mira di Lima, Cruz… Niente di nuovo insomma e nessuna giustificazione per la nostra squadra ma un po’ di rabbia per l’ingiustizia sportiva.

Ne hanno parlato giustamente Guidolin e Gazzoni.

Che l’amministrazione della giustizia in Italia sia uno dei problemi cruciali è ormai una certezza ma la licenza e la spregiudicatezza con cui si muove quella sportiva supera ogni limite. Intendiamoci: i processi per mafia, le carcerazioni preventive, le sentenze dopo vent’anni, sono ben più gravi delle banalità del calcio. Ma attorno al calcio crescono molti giovani praticanti e sportivi e anche se una piccola parte di questi è protagonista di episodi teppistici negli stadi, merita rispetto. Lo stesso rispetto che meritano società impeccabili come il Bologna. Si può sostenere che Gazzoni voglia spendere poco, che Cinquini sbagli gli acquisti e Guidolin la tattica ma questi sono galantuomini, come si diceva una volta. A Milano, Roma e compagnia cantante non so se possono dire le stesse cose. Se nel calcio ci fosse giustizia tutti coloro che hanno barato dovrebbero pagare e, visto che sono davanti al Bologna, dovrebbero saltare l’Uefa. In formula uno pesano le auto e un etto di differenza è sufficiente per perdere il piazzamento.

Voglio interpretare anche in questo senso i dieci minuti di protesta della curva per l’ennesima diffida.

Sabato saremo a Brescia davanti a sua maestà Baggio e quel gran personaggio di Mazzone. Meritano la salvezza e credo la raggiungeranno facilmente, ma il Bologna deve lottare fino alla fine proprio per i suoi generosi tifosi. Una vittoria a Brescia proporrebbe un bel 1-2-X per Bologna Juve della domenica successiva.

 

Consiglio Comunale Bologna- giornalisti politica = 4 - 0

Bologna, 6 maggio 2001                       Maurizio Cevenini

 

 

Un solo appunto, caro Beppe.

 

Le scommesse, vere o finte che siano, gli fanno bene. Continuo a pensare che sia sbagliato fare una scommessa, a suon di milioni, per i duecento gol, però se il rullo compressore continua a pieno ritmo e ci mette anche la testa…, anche il mio rigore inizia a vacillare. Le normali regole del calcio prevedono che per un attaccante, visto il logoramento maggiore nel ruolo, dopo i trent’anni inizi la fase decadente ma per Beppe, che ha giocato molto di più del concorrente Baggio, sembra arrivata una nuova giovinezza. L’unico appunto che vorrei fargli, e visto che mi è capitato anche con il Sindaco mi confermo nel mio ruolo di censore, è legato ai due tiri di sigaretta che ha indicato come unica forma di doping. Ovviamente comprendo che è stata una frase sdrammatizzante in questo clima di caccia alle streghe sugli integratori, ma sarebbe meglio la trasformasse in un più rassicurante: "se poi non dessi qualche tiro alla sigaretta arriverei a duecento cinquanta gol". I giovani sono troppo sensibili ai messaggi.

Scherzi a parte, con il primo caldo, anche se davanti ad una squadra che merita il posto nell’alta classifica, diversi nostri giocatori hanno avuto un sensibile calo di rendimento. Non mi piace fare nomi ma tutti abbiamo visto la partita e tutti i suoi limiti. Senza Beppe, ancora una volta, questa squadra avrebbe subito una pesante sconfitta. Con l’Udinese ci vuole qualcosa in più.

 

Bologna, 30 aprile 2001

Maurizio Cevenini

 

C’è solo un capitano …

Arriverà la fine di questo campionato e forse non capiremo se questo Bologna ha un suo assetto stabile. L’alternanza di risultati, quasi fastidiosa, rende il Bologna dei suoi 39 punti l’unica squadra che paradossalmente è fuori da tutto e teoricamente potrebbe ancora arrivare tra le prime quattro.

Potrebbe essere così fino alla fine se non riusciremo a vincerne o perderne due di fila.

Personalmente ho detto più volte che mi accontento di poco, e sarebbe sbagliato far tragedie se non arrivassimo nelle sette da euro ma quest’altalena logora. Forse logora un po’ anche questi giocatori che perdono a turno il controllo, prima Maresca domenica, nel modo più brutto, Padalino.

Mandare a quel Paese il proprio pubblico è il gesto più odioso nel calcio, anche perché rischia d’essere irrecuperabile, in particolare con la tifoseria più buona d’Italia. Conosco Padalino, lo considero un buon giocatore, e sono sicuro che è più dispiaciuto dei tifosi per quel gesto. Occorre recuperare immediatamente con un incontro o con qualcos’altro. A Bologna ci sono sempre stati i beniamini, i giocatori più amati ma non c’è mai stato, tranne rarissime occasioni, il giocatore bersagliato. Un esempio per tutti Julio Cruz che pur avendo giocato partite a dir poco imbarazzanti è amato dal pubblico come, e forse più, di Cipriani. Il gol del 4-2 dopo una prestazione generosa, seppur, come al solito, un po’ al rallentatore ha sciolto lo stadio per quest’argentino che sa stare al suo posto senza polemiche. Il bolognese è generoso protettivo nel calcio come nella vita e se ogni tanto perde la pazienza, dai professionisti del calcio va accettato.

Ancora una volta il pistolotto a parte è per questo nostro capitano che corre, impreca e soprattutto segna gol decisivi. Per carità tanto di cappello per il Baggio dei miracoli ma Signori oggi è superiore per sé e per la squadra.

Domenica prossima a Bergamo sarà veramente uno spareggio per quel posto in Uefa tra le due sorprese del campionato, il Bologna della lontana trasferta di Milano potrebbe farcela quello di Vicenza no.

Consiglio comunale Bologna – Consiglio Comunale Bari = 1-1

Bologna, 22 aprile 2001 Maurizio Cevenini

 

 

 

Nell’uovo di Pasqua, Kallon

Anche Pasqua è passata con qualche delusione per il freddo e per la nostra squadra. Eravamo partiti da Bologna con la neve e abbiamo trovato un’innaturale sole allo Stadio Menti di Vicenza. Di innaturale abbiamo visto anche una squadra che senza Lima e Signori si trova in balia degli avversari e come all’andata proprio con il Vicenza si è interrotta la striscia positiva che ci faceva sperare nell’Europa. Nell’uovo invece dei punti attesi ci siamo ritrovati Kallon che i tifosi vicentini avrebbero voluto in panchina perché da settimane non carburava…

Nessuna tragedia ma qualche preoccupazione sì per questo andamento a corrente alternata, tra una partita e l’altra ma anche all’interno della stessa; ormai sono pochissime le possibilità di entrare nelle prime sette soprattutto perché i valori si stanno ridefinendo con Inter e Milan forse imprendibili ce la dovremo giocare con Fiorentina e Atalanta e, sempre ammesso che si batta il Bari in disarmo, quello di Bergamo sarà un vero e proprio spareggio. Resterà comunque un buon campionato ma Guidolin dovrà trovare gli stimoli giusti per provare l’ultimo assalto.

Il finale dedicato al tema della sfida alla quota 200. Conosco da anni Domenico Nanni e le sue provocazioni: in piena coerenza, che da parte mia non significa condivisione, senza preoccuparsi delle conseguenze ha sempre rappresentato una voce fuori dal coro, come recita il titolo della sua trasmissione. Beppe Signori ama le sfide, meglio se impossibili, e le continue esternazioni di Nanni sono state uno stimolo invitante. Ecco tutti gli ingredienti per una scommessa che, a mio parere, fa male a Beppe e al Bologna. Non è sana né stimolante e a prescindere dalle possibilità concrete di riuscita, spero che uno dei due rinunci in tempo.

Consiglio comunale Vicenza – Consiglio Comunale Bologna = 2-2

Bologna 15-4-2001 Maurizio Cevenini

 

L’errore di Maresca e la legge dell’ex

Brutto Bologna ma vince. La sintesi è presto fatta per un Bologna senza Signori, con una difesa pericolosamente incerta davanti ad un Perugia brillante.

A Firenze e Parma dovevamo vincere, con il Perugia perdere ma va bene così perché la striscia positiva continua. I calciatori hanno tutto: fama, soldi, soddisfazioni ma quando non giocano soffrono e diventano bambini. Quando la rosa è così ampia succede, vedi Juve, Lazio, Roma, che restino al palo giocatori della Nazionale, figuriamoci se non avviene al Bologna.

Personalmente comprendo bene i mugugni e le proteste durante la settimana, in particolare quando arrivano da amici personali come Bia o Locatelli ma davanti a trentamila persone, durante una gara intensa come quella di domenica, ogni gesto sopra le righe non è accettabile.

Maresca ha sbagliato in modo grave a fare le bizze per la sostituzione rischiando di creare una frattura nella squadra e nel pubblico. Lo ha sostituito Olive, che non sarà un fenomeno, ma pur partendo come titolare fisso di questo Bologna ha accettato un lungo periodo di panchina. Non ha fatto una grande partita ma è stato determinante con quel gol sporco da ex.. Ed è diventata la sua giornata compreso quel gesto, ormai di moda, di tenere dentro l’esultanza sacrosanta per un gol.

Maresca è giovane, bravo ed intelligente ma se vuole fare carriera deve adeguarsi alle regole del calcio moderno dove non esistono gli inamovibili. Pensi a Cassano e prenda esempio da Cippo.

Adesso dopo il giro di boa siamo di nuovo lì, pronti al balzo come all’andata spumeggiante di Perugia che ci fece sognare la champions league anche perché arrivavano le partite "facili", Vicenza, Bari e Bergamo. Un solo punto in quelle tre partite e il giocattolo si ruppe facendoci intruppare nella insipida fascia di mezza classifica.

Ora è importante ritrovare l’assetto della difesa e Beppe là davanti per non ripetere l’errore.

 

Consiglio comunale Bologna – Consiglio Comunale Perugia = 3-0

Bologna, 8 aprile 2001                          Maurizio Cevenini

 

 

Guidolin – Ulivieri = 0-0

A volte capita che partite, seppur importanti per gli aspetti tecnici e di classifica, siano ricordate per

la sfida tra tecnici. La settimana che ha preparato Parma Bologna è stata dedicata prevalentemente alla sfida tra Ulivieri e Guidolin, il veneto e il toscano. I due forse non si sono mai amati ma le cose precipitarono quando quel Vicenza tignoso di Guidolin sbarrava sempre al Bologna di Ulivieri la strada nel momento di massimo slancio. Parliamoci chiaro sono sempre i risultati che dividono, e le cose precipitano quando si scontrano caratteri e generazioni diversi.

Il destino vuole che certi confronti ritornino quando meno te lo aspetti.

In pochi avrebbero pensato che Gazzoni avesse il coraggio di chiamare lo scorso anno proprio l’allenatore che ci aveva sbarrato il passo a un traguardo prestigioso dopo trent’anni di attesa; ancora meno prevedibile la defezione di Sacchi che ha aperto a Ulli da San Miniato la strada per la panchina più importante della sua carriera.

Ecco allora gli sfidanti al Tardini a giocarsi la partita per i punti, la classifica ma anche, forse soprattutto, il prestigio nella disfida con il rivale più temuto, odiato ma forse rispettato più di altri.

Chi ha vinto? E chi può dirlo. Lo zero a zero nel calcio moderno serve a poco.

Forse, pur cercando di non tifare per l’attuale allenatore del Bologna, ha vinto ai punti chi ha strappato punti in trasferta e guidava la squadra, ancora una volta, dall’organico più debole.

La sfida è rimandata anche se Guidolin è certo di allenare il Bologna il prossimo anno, invece Ulivieri forse resta fuori anche se arriva tra i quattro.

Per chiudere sul Bologna il trittico terribile (Lazio, Fiorentina, Parma) si chiude con cinque soddisfacenti punti; il prossimo (Perugina, Vicenza, Bari) ci dirà se siamo degni dell’Europa.

Consiglio comunale Parma – Consiglio Comunale Bologna = 1-1

Bologna, 1 aprile 2001 Maurizio Cevenini

Quei giovani azzurri, mondiali del 2006

Il futuro della Nazionale Italiana è in mano ai giovani.

E' sempre stato così: dall'Under 21 nacque quel gruppo che nel lontano '82 trionfò in modo entusiasmante nel mondiale spagnolo. Solo in qualche raro caso, per esempio Turi Schillaci delle notti magiche del '90, i protagonisti dei trionfi della nazionale non hanno fatto parte della Nazionale giovane.

Un giro di parole per dire che tre rossoblù fanno parte del giro della nazionale del futuro. Gamberini, Maresca, Cipriani come Perani, Bulgarelli, Janich, Fogli?

Forse nel 2006, a quarant'anni di distanza dal mondiale del '66 in Inghilterra, saranno tutti e tre nella Nazionale maggiore in cerca di gloria.

Dopo quel mondiale che tutti ricordano per la disgraziata partita con la Corea, sarà un caso, ma in nazionale di rossoblù ne andarono molto pochi. Erano in quattro su undici (senza sostituzioni) del Bologna, altri tre erano nel giro, in una squadra che fino a quel momento era stata fortissima.

Tre, seppure nella nazionale minore, non li ricordo.

Presto non saranno più nostri in questo calcio senza bandiere, ma è già bello quello che fanno oggi.

Visto che sono in vena di ricordi, una raccomandazione per Cipriani.

Pascutti, uno dei più forti attaccanti di tutti i tempi, ancora oggi viene chiamato nelle trasmissioni sportive per raccontare di un pugno che nel '63 sferrò ad un russo a Mosca. Cippo è destinato a prendere botte per tutta la carriera, lo impone il ruolo e il suo modo di giocare.

Può capitare uno scatto d'ira, grave se avviene in Nazionale, ma alla fine resta il ricordo dell'espulso e non del provocatore.

Dopo aver sfarfallato sulla nazionale, un ultimo pensiero per il Bologna alla vigilia di Parma. Sarà una partita da tripla; loro hanno vinto molto ma noi siamo in ripresa e potrebbe starci il colpaccio. Sarà anche il match Ulivieri Guidolin, ieri e oggi il Bologna.

25 marzo 2001 Maurizio Cevenini

 

PS: In occasione della giornata nazionale della donazione e trapianto d'organo:

Consiglio Comunale Bologna - Veterani Bologna = 0-1 Trevisanello su rigore dubbio.

 

 

L'odio di una città

A Bologna ci si lamenta del brodo grasso. L'espressione calza a pennello per il nostro caro Presidente Gazzoni che in otto anni di impegno per il Bologna ha subito qualche modestissima contestazione. Gazzoni ha molti amici e qualche parente a Firenze e può capire cosa significa una contestazione "seria".

Quella a cui ho assistito al Franchi più che una protesta è stata una corale manifestazione d'odio contro Vittorio Cecchi Gori, almeno pari all'affetto che circonda il ricordo del padre di Vittorio; la scritta più morbida, delle decine che ho letto, è stata la seguente: "Vittorio, che Mario ti fulminasse".

Si sa che, come per gli allenatori e i calciatori, anche per i presidenti i cicli finiscono e ci si dimentica di quanto di bello è stato costruito. Ma per Cecchi Gori, un po' come Moratti, è difficile individuare il periodo di luce.

Della partita il ricordo più bello è stata lo struggente filmato iniziale su Filippo Galli, giocatore rossoblù, tifoso viola; l'applauso che lo ha accompagnato potrebbe essere l'inizio del disgelo, dopo i gravi fatti di qualche anno fa.

Per il resto un pari che serve poco a entrambe le squadre; nel primo tempo dopo il bel gol di Cippo potevamo chiudere la partita, nel secondo, senza San Pagliuca, la Fiorentina poteva dilagare. Va bene così, perché il Bologna fa un secondo risultato positivo di fila, e affronterà Parma, dopo la sosta, con maggiore serenità.

Non vincevamo da cinque anni a Firenze quindi è giusto ricordare, una volta tanto, anche il risultato dei consigli comunali: Firenze-Bologna 1-3.

18 marzo 2001                                                                          Maurizio Cevenini

 

 

La più bella di tutte 

Valeva la pena aspettare tante partite per vedere, in una sola, tutti gli ingredienti della più bella prestazione del Bologna. Era iniziata bene con uno striscione ironico dalla curva Andrea Costa: "Veron clandestino, Cragnotti scafista". Non c'è nulla di offensivo in una frase che sintetizza l'arroganza di chi non si accontenta di avere tutti i miliardi che servono per vincere e si spinge a forzature al limite del lecito. Su questo deciderà la giustizia civile e sportiva: sul campo la Lazio che, solo perchè si gioca in undici, ha sei nazionali di tutto il mondo in panchina, ha subito la legge del migliore.

Poco importa se a maramaldeggiare sono stati giocatori come Falcone, Brioschi, Nervo, che in Nazionale non ci andranno mai (spero per loro di sbagliare, naturalmente). Abbiamo assistito ad una partita bellissima nella quale sarebbe assurdo indicare il migliore; tutti sono stati grandissimi, anche coloro che sono stati chiamati a giocare uno scampolo di partita come Cruz, vicino a un euro-gol, Bia, Piacentini.

Per Signori va fatto uno strappo alla regola perchè domenica ha risposto a tutti coloro che, in anni, avevano insinuato che le debolezze sentimentali per la Lazio gli impedivano buone prestazioni. Stavolta, più di altre, la Lazio non poteva fermarsi ma Beppe è un professionista, un leader e la massima concessione è stata non esultare per quella palla mandata in buca lenta e precisa.

"Signori l'abbiamo noi..." urlava la curva mentre anche Guidolin, quello vero, si gettava sul mucchio selvaggio di giocatori che soffocava il capitano. Forse è tempo di qualche coro anche per l'allenatore.

(vignetta di Stegio)

11 marzo 2001                                              Maurizio Cevenini

 

Continua il tira-molla

C'erano tutti i presupposti per interrompere il tira-molla che ci perseguita da quasi tre mesi. La trasferta di Reggio Calabria era stata presentata come l'ennesimo esame per una squadra che alterna sprazzi di luce a improvvisi vuoti di gioco. La rabbia è grande perchè ci aspettavamo una Reggina aggressiva ed invece abbiamo incontrato una squadra timorosa che ha trovato due gol confezionati dalla nostra incerta difesa; a differenza di Milano la grande rincorsa non è riuscita nonostante un Signori strepitoso. Ancora una volta le assenze hanno portato a disegnare una squadra inedita con troppi terzini di professione costretti a diventare laterali, come impone il calcio moderno. Questo non basta però a giustificare una squadra che parte troppo spesso con l'handicap, in particolare in trasferta: Udine, Torino Milano per citarne alcune a caso. Mi permetto di aggiungere che, dopo l'avvio promettente della coppia centrale Bia-Castellini, i continui cambiamenti difensivi, senza addebitare nulla a Gamberini o Padalino, stanno creando problemi all'assetto della squadra. Fortuna che l'attacco, che deve assolutamente confermare la coppia Signori, Cipriani, ha cominciato ad ingranare. E adesso, come nel tennis, dopo aver sbagliato l'ennesimo vantaggio, dobbiamo rifare il punto contro l'avversario più ostico possibile, la Lazio tritasassi.

Può essere finalmente l'occasione, per il "laziale" Signori, di sfatare il tabù del gol decisivo contro la squadra che lo ha incoronato re di Roma.

Con grande attenzione però, perchè il pendolo è spostato dalla parte sbagliata e un altro passo falso, prima delle due trasferte di Firenze e Parma, ci avvicinerebbe alla zona minata.

4 marzo 2001                   Maurizio Cevenini

 

Signori, che fatica!

Avrei voluto riproporre il titolo dedicato a "quelli che gli ultimi cinque minuti ...". Sono in tanti allo stadio, in tutti gli stadi, che nei minuti finali se ne vanno; i motivi sono tanti: impegni, emozione, scaramanzia, accidentalità. Quando avviene, come domenica scorsa, che in una partita giocata male, con il rischio di perdere, arriva in modo occasionale il gol di Beppe mi viene da pensare ai tanti che sono stati quasi due ore al freddo e colgono l'attimo giusto per andarsene. Mi scuso per la divagazione divertente rispetto alla sostanza di aver raccolto tre punti preziosissimi con un Napoli che meritava qualcosa in più soprattutto, dopo che eravamo riusciti, con una delle solite amnesie, a resuscitare l'animale Edmundo, in letargo fino ad oggi. Ma per il tifoso conta il risultato, nonostante il passo indietro dal gioco spumeggiante di Milano.

Nel giorno dell'attesa riconferma dei giovani sono arrivate due zampate di zio Signori che ormai per scaramanzia cambia scarpe un paio di volte a partita. E' stato bello vederlo sicuro (ma lo era davvero?) con il pallone del rigore sotto il braccio verso quell'angolo di Stadio occupato dai suoi più piccoli tifosi e ci sta l'omaggio finale alla più bella curva d'Italia.

I giovani non hanno demeritato e la linea verde merita conferma: mi è piaciuto molto Cipriani, sta crescendo Gamberini seppure in una difesa che non è ancora al meglio, va un po' contenuto Maresca. Il gioco frammentato da troppi errori tornerà, ciò che conta è avere messo sotto il Ciuccio che, per l'entusiamo dei suo tifosi, meriterebbe di restare in A.

 

26 febbraio 2001     Maurizio Cevenini

 

Una ventata di giovinezza

 

Nessuno potrà mai sapere se dietro le frasi tecniche e di circostanza di Guidolin ci sia qualcosa di più profondo che lo ha convinto a buttare nella mischia, in un solo colpo, tre ragazzi di vent'anni. Non è successo in amichevole ma in una partita delicatissima. Sono stati bravissimi e, con loro, la ventata di giovinezza ha travolto e coinvolto tutti, da Pagliuca a Signori. Ci sta anche la discussione da campetto dell'oratorio tra l'indiscusso capitano e il giovane esuberante, che sbaglia il terzo rigore di fila. Abbiamo visto il più bel Bologna della stagione, entusiasmante ed ingenuo, ma abbiamo regalato altri due punti. Che il Milan avesse segnato in fuorigioco e che Maldini fosse da espellere ne accrescono i meriti. E' stata la sera di Cipriani che gli imbestialiti tifosi milanisti, che avevo vicino, paragonavano a Vieri e fa un po' rabbia pensare che è già della Juventus.

Adesso Guidolin e la squadra devono proteggerlo dai facili entusiasmi che i giornali amplificheranno per tutta la settimana. Con il Napoli sarà una partita difficilissima da vincere, anche con un gioco meno spumeggiante, perchè la classifica non è tranquillizzante.

Tornando al quesito iniziale penso che abbia pesato più di tutto la voglia di un uomo vero di dare l'occasione della vita a questi giovani, pensando a Niccolò e ad Enrico.

In questa settimana terribile tutto il Bologna, ha dato prova di grande serietà e umanità. Non è poco per questo calcio travolto dagli scandali.

19 febbraio 2001                              Maurizio Cevenini

Un solo lunghissimo minuto

 

Bologna-Roma: lo stadio è gremito, una curva rossoblù, una giallorossa. Prima dell'ingresso delle squadre c'è molta tensione, i cori rimbalzano da una parte all'altra alimentando le preoccupazioni della vigilia. Oggi però è un giorno diverso per Bologna, lo sarebbe anche se si giocasse la finale del campionato mondiale. E' morto un ragazzo di diciassette anni lasciando nella disperazione i famigliari e gli amici; Niccolò Galli oggi avrebbe potuto giocare contro la Roma dopo aver fatto il suo dovere di studente, di figlio modello. Entrano i giocatori e Bologna-Roma si gioca tutta in un minuto, un lunghissimo minuto di straziante dolore. I giocatori abbracciati in mezzo al campo, molti in lacrime e i trentamila dello stadio tutti in piedi, tutti uniti nell'applauso. In quel minuto sono scomparse le divisioni del calcio, della politica, della vita. Un minuto di umanità vera, senza barriere e mediazioni; uomini e donne soli nel vuoto di un destino che interrompe una vita. In molti potranno obiettare che nel mondo, in quel minuto di Bologna-Roma, sono morte tantissime persone.

E' verissimo, ma quando ti passa di fianco la morte più assurda di un ragazzo felice ci pensi molto di più.

Sì, dopo c'è stata anche una partita, la solita violenza, di cui non voglio parlare perchè non ha nessuna importanza. Dopo tanta pioggia c'era un bel sole al Dall'Ara; sarebbe bello credere che da qualche parte anche Niccolò l'abbia visto.

 

12 febbraio 2001                                    Maurizio Cevenini

 

 

Siamo riusciti a resuscitare i morti, grazie comunque

Girare a 24 era la massima aspirazione dell'estate scorsa; facendo la spunta tra chi "l'avevo detto", "Gazzoni non spende", "manca quello che fa la differenza" non ricordo uno che azzardasse nulla di meglio. La parola d'ordine era soffrire meno dell'anno prima ma il Bologna fino a novembre ha fatto faville e la città ha cominciato a sognare. Poi gli alti e bassi fino a domenica. La classica delle classiche con l'Inter ridotta a brandelli da una settimana di sciagure: siti porno, notti folli, passaporti falsi, acquisti dell'ultima ora del Presidente peggiore della serie A. Tutti i presupposti, quindi, per una bella vittoria del Bologna davanti al pubblico delle grandi occasioni. Ma come sempre avviene, quando si tocca il fondo non resta che risalire: è venuta fuori una goleada, a mio avviso occasionale, dell'Inter, trascinata dal numero 18 dei 90 acquisti del tombolone Moratti. Poi tutti gli altri tirati a lucido con una voglia di giocare che ho visto solo nella nazionale dei capuccini.

Resuscita l'Inter per merito di un Bologna che non trova più la strada del gol anche se ha fatto la sua onesta partita. Lo ha capito il pubblico che per venti minuti, a partita segnata, si è sfogato con l'ironia senza offendere la squadra. Chiudiamo a 24 ma pari ai miliardari dell'Inter e lontani dalla zona rischio. Da domenica, con l'arrivo della Roma, toccherà a Guidolin motivare i ragazzi dopo la prima sonora sconfitta casalinga. Margini di recupero e di miglioramento ci sono, basti pensare a Signori che, appena rientrato, non è ancora a posto.

Credo che il Bologna non sia inferiore a Perugia, Atalanta e Udinese per pensare ancora alla Uefa e in caso non arrivasse non sarebbe una tragedia.

5 febbraio 2001                            Maurizio Cevenini

 

Consiglio comunale di Bologna - Consiglio comunale di Milano = 0-0

Il nostro Signori è partito dalla panchina

Quanti 0-0 per uno scudetto

Un campo di patate vergognoso ha accolto il Bologna nell'insidiosa trasferta di Lecce. Temevo la legge dell'ex rivedendo Ingesson, gigante svedese, invece ha dato lezione di calcio Lima, l'altro ex della gara, che è sempre più importante in mezzo al campo. Senza Signori, Locatelli, Wome abbiamo fatto una dignitosa partita e abbiamo mosso la classifica.

Il calcio moderno, con l'avvento dei tre punti, disdegna i pareggi. All'interno di questi, lo 0-0 rappresenta il punto più basso dell'interesse. Faccio questa considerazione perchè ascoltando i commenti, quasi unanimi, dei giornalisti mi accorgo che il disprezzo per il risultato finale incide fortemente sul giudizio. Bologna Lecce non è stata un bella partita, però quando la squadra in trasferta tira una valanga di corner l'attenzione del tifoso rimane viva. Certamente se Cruz , con la bella zuccata o con la giandonata nel gol annullato, avesse fatto centro i giudizi sarebbero stati altri.

"Meglio pareggiare che vincere con una furbata", bravo Guidolin. Ma dal Ciccio, dove ho seguito la partita, nessuno voleva vedere quel braccio.

Comunque ormai il calcio è fatto di gol, e non può essere diversamente, visto che gli attaccanti costano settanta miliardi. Non era così negli anni eroici del Bologna che giocava in paradiso. E qui mi permetto di fare una citazione "colta", quasi da virtuoso della statistica: l'anno dello scudetto i nostri eroi collezionarono ben sette 0-0 (sei in trasferta) compreso Spal e Modena che retrocessero. Ci si accontentava di più? Forse, ma per tutti era un risultato più normale e bello per il calcio lo 0-0 di un 3-3, ma non c'era il totogol.

Fatta questa considerazione, resta la sostanza di una squadra a un punto dalle prime ed è l'Inter domenica a cercare punti salvezza; non accontentiamola.

29 gennaio 2001                        Maurizio Cevenini

 

Lo stupore di Locatelli

Una calda e una fredda, una cotta e una cruda... e via di proverbi per spiegare un Bologna che vince in casa e sfiora la vetta, perde fuori ed è sotto esame. Domenica prossima a Lecce l'ennesima occasione per il salto di qualità. Intendiamoci bene stiamo facendo un ottimo campionato e contro il Verona ho visto una bella partita, molto gioco e tante occasioni da gol. Sprechiamo molto ma ho notato, meglio in televisione che allo stadio, che spesso l'errore è stato veramente occasionale. Ciò che conta è che il Verona si presentava come avversario ostico ed è stato dominato a differenza della partita con Brescia.

Doveva essere la domenica di Cruz, dopo il rigore e le "mezze pippe";

ha partecipato al gioco, si è mosso molto ma non ci siamo ancora. Bologna, cordiale e paziente, lo ha incitato dall'inizio alla fine e attenderà ancora.

Ha risolto tutto, per la seconda volta, Tomas Locatelli facendo un gol alla Baggio, alla Maradona, alla Del Piero, alla Platini. Basta, non se ne può più. Del Piero ha fatto un gol simile ma non così bello, alla prima di campionato, poi è scomparso, e se ne è parlato per mesi. Ma il calcio è mercato e la piazza di Bologna è troppo modesta per costruire dei miti da vendere al grande pubblico. Allora è giusto vedere duemila volte il gol-rapina della Lazio e due o tre il capolavoro di Loca. Poco male.

Se dopo il gol con Brescia, anche per la strigliata del presidente, la mancata esultanza poteva essere comprensibile ora è diventata una moda.

Non so in quanti hanno notato il Locatelli del dopo gol: allarga le braccia, sgrana gli occhi sorridenti e guarda stupito compagni, avversari, pubblico.

Sembra chiedere spiegazioni su cosa è successo mentre lui con quella andatura sgraziata faceva l'ennesimo miracolo.

A Lecce ritroveremo Ingesson, ha fatto tanto per il Bologna, ma segnerà Lima.

21 gennaio 2001

Maurizio Cevenini

 

ps.: Consiglio Comunale Bologna - Parrots (Verona) = 1-0

Sesta vittoria consecutiva.

 

 

Non dateci più rigori

Il tifoso vero, focoso e irrazionale come deve essere, ama vincere, vincere sempre; poi in subordine, nei momenti di magra, si accontenta delle sane recriminazioni possibilmente legate al complotto.

Gli arbitri, i grandi club, i fenomeni, ma su tutto: i rigori.

Per due anni li abbiamo reclamati, evocati, maledetti ma tutti noi, i tifosi appunto, sapevamo che erano la grande coperta di Linus da usare incaso di necessità.

La storia del calcio, però, toglie sempre le illusioni, anche quelle paradossalmente negative, e ti lascia solo e annichilito con una brutta partita che potevi perdere tre a zero e d'improvviso, come un lampo giunge, da un arbitro semisconosciuto, il più classico dei rigori, sporco e dubbio.

Proprio a Torino con la Juve, padrona del calcio.

Vola alto nel cielo il pallone di Cruz e con esso la speranza e le recriminazione per i tanti rigori non concessi al Bologna. Quella gloriosa, epica cavalcata contro vento del Bologna, senza macchia e senza rigori, si interrompe proprio dove normalmente il dischetto si sposta con gli attaccanti bianconeri. Secondo rigore sprecato come quello contro i bianconeri dell'Udinese.

Cari arbitri lasciateci stare, i rigori no fanno per noi. Fateci tornare a discutere il lunedì di persecuzioni e grandi intrighi contro il Bologna.

Un'ultima osservazione sull'argomento che ovviamente non serve a nulla: Piacentini che le cannonate le tira basse e aveva già fatto una prova contro il ginocchio-braccio di Juliano non poteva tirare?

Chiuso. Ora dobbiamo pensare per l'ennesima volta alla partita da vincere obbligatoriamente contro un Verona in salute. Guidolin, che ormai ha più espulsioni di Ulivieri, dovrà pensare bene, in settimana, a quale squadra schierare; ovviamente un dilettante come me non si permette di dare consigli ma penso che sia giunto il momento di dare una possibilità a Cipriani, come è avvenuto per Maresca e per altri. A Torino si è mosso bene e bisogna tenere conto che è l'unico che si alza di testa.

14 gennaio 2001                                                             Maurizio Cevenini

 

Al pavaion, al taiadel in brod, al stadio

Sta per finire la più lunga estate senza calcio, quello vero di campionato.

Di partite ormai se ne giocano tutto l’anno, ma il clima che si respira nella settimana di campionato è diverso, appassiona di più i tifosi.

Si torna finalmente allo stadio che, nonostante il mondo della globalizzazione e delle tecnologie, mantiene tutto il suo fascino antico. Infatti se pensiamo agli stadi di cinquant’anni fa e guardiamo quelli di oggi, tutto sommato, salvo qualche uscita di sicurezza in più e qualche seggiolino di plastica, le differenze sono minime. E allora vale il ritornello della bella canzone di Dalla De Gregori "Cosa Sarà?" e cioè: nonostante che i televisori e i satelliti ormai ti preparano anche il pasto, che presto ti faranno cambiare, con il telecomando vocale, le maglie della tua squadra, la pettinatura dei calciatori o salutare in diretta dal tuo idolo,…….. nonostante tutto questo e tanto altro, vi è un qualcosa che spinge ancora migliaia di persone, alla stessa ora, con temperature che oscillano tra i –5 o i + 35 gradi, a entrare il quell’enorme catino a urlare, imprecare, disperarsi o gioire per due ore. "Cosa Sarà?"

E’ una domanda alla quale in tanti, sociologi, psicologi, massmediologi (non so chi siano costoro ma visto che se ne parla tanto, esisteranno) hanno cercato di dare svariate spiegazioni al quesito; io penso che resterà un inspiegabile mistero.

Ma dimenticavo che è il mio esordio, con questa rubrica, nel glorioso giornale dei tifosi rossoblù e allora, fatti i ringraziamenti d’obbligo all’editore e al Bologna, prometto di essere una voce di regime, attenta agli episodi di colore che animeranno la stagione della nostra squadra.

E’ un comportamento un po’ meschino, ma il fatto è che altrimenti mi impedirebbero di scrivere. Spero però che la sincerità di questa confessione mi riabiliti in parte agli occhi dei nostri lettori.

D’altronde, non ho rinunciato alla mia segreta aspirazione di entrare a far parte del Consiglio di Amministrazione del Bologna F.C.; anche se mi confermano che, oltre ad avere l’assenso indispensabile di Gazzoni e dei suoi soci, dovrei versare qualche miliardo che purtroppo non ho.

Naturalmente le miei scuse ai giornalisti veri, hai quali chiedo comprensione per questa infiltrazione abusiva: in ogni caso la mia assoluta incompetenza calcistica li mette al riparo dai rischi di concorrenza.

Torno comunque al tema della mia "prima" che vuole essere un ringraziamento a tutti coloro che, anche saltuariamente, vivono la magnifica esperienza del Dall’Ara.

A partire da quelli che, come me, iniziarono negli anni dell’indimenticabile scudetto. Ho tanta nostalgia per quel periodo: al pavaion, al taiadel in brod, al stadio. Il bollettino regionale dava le ultime notizie mentre si mangiavano le tagliatelle con il brodo buono e poi via veloci allo stadio, un domenica sì una domenica no. Senza anticipi-posticipi per la televisione.

Buon campionato anche per quelli che allo stadio ci sono andati tra le due guerre e ancora oggi sono lì, come Barile e le sue strampalate filastrocche.

Ma un pensiero va alle ragazze e ai ragazzi delle due curve, il vero cuore del tifo, che rinunciando al collegamento internet esulteranno per la nostra squadra.

Non ricordo dove ho letto che nascono più nuovi amori negli stadi che dentro le discoteche, io ci credo.

Per finire Forza Bologna. Un caloroso augurio di buon lavoro a Guidolin, al capitano, a tutti i ragazzi che sono certo daranno il massimo.

Siamo partiti con il piede sbagliato ma c’è tutto il tempo per recuperare.

In fede, rossoblù ovviamente.

Bologna, 28 settembre 2000                                                        Maurizio Cevenini


Dedicato ai 300 del bar Ciccio

Con il Comune di Roma non siamo riusciti ad organizzare il tradizionale confronto calcistico tra consigli comunali, in coincidenza della partita di serie A.

Ho rinunciato, quindi, alla trasferta e per la prima volta ho deciso di assistere alla partita nel mio bar preferito, dal Ciccio in via S. Mamolo, dove non si paga nulla nonostante i costi d'impianto.

Ci vado spesso, in altri momenti, perchè parlare col Ciccio mi aiuta a capire cosa dice e pensa la tanta gente che lo frequenta.

Ma, un po' perchè seguo spesso il Bologna in trasferta e un po' perchè mi reclama la famiglia, non ho mai assistito al rito collettivo del Bologna in TV.

E' stata un 'esperienza simpatica a prescindere dal deludente risultato.

Alle 15, davanti a televisori interni ed esterni si sono radunate tante persone, 2-300 non saprei, che diligentemente si sono piazzati nel loro solito posto, come prevede la cabala, i giovani prevalentemente all'esterno, gli ...anta all'interno. Maglie e striscioni compresi, come allo stadio e poi un tifo vero appassionato. Mangiando, bevendo di gioia o di rabbia, tenendo incollati al bar il Ciccio, il fratello Fausto e Dolores.

Cruz, il giardiniere, è passato dalla santificazione alla vicina Villa Ghigi che ha l'erba lunga da tagliare quando si è mangiato un paio di gol. E la difesa... il giovane Galli, Guidolin metti Signori!

Uno stadio in miniatura, con tutti gli ingredienti, compreso qualche sedia, non regolamentare, portata da casa come succedeva ai burattini di Porta D'Azeglio troppi anni fa.

Una bella festa tra amici, conosciuti a volte per un giorno, guastata da due maledette distrazioni; ma il Ciccio, che è un filosofo, dice che ci rifaremo...

Ne parlerà domani con Guidolin, se ne avrà voglia, preparandogli il capuccino.

02 ottobre 2000                                                                                 Maurizio Cevenini


 

Vecchio stadio non voglio perderti

 

Sotto una pioggia battente il nostro Bologna ha compiuto il miracolo di battere il Milan. Ma come si dice non è stato uno sghetto: abbiamo visto una squadra equilibrata in tutti i reparti, seppur con qualche problema in attacco, vogliosa di rispondere alle tante critiche piovute nelle scorse settimane.

Mi fa piacere ricordare che, una volta tanto, gli eroi della partita sono stati due "Giova(n)ni" di più di trent'anni che , quando non correvano i miliardi, venivano definiti operai per l'oscuro lavoro a cui erano chiamati.

Ma non è su questo che voglio intrattenere il mio pubblico in attesa della trasferta di Napoli che rappresenterà una immediata verifica della forza della nostra squadra in questo avvincente campionato.

La scorsa settimana il presidente Gazzoni è stato chiamato in Comune, per discutere sulla convenzione che, oltre due anni fa, affidò la gestione diretta dello Stadio alla società.

Una raffica di domande dei consiglieri ha ricordato al presidente le inadempienze della società alle quali Gazzoni ha cercato di dare motivazioni, alcune convincenti e altre meno, ma soprattutto ha contrattaccato dicendo che a Bologna serve un nuovo stadio.

Una struttura paragonabile a quella di Reggio Emilia: lontana dal centro, teoricamente sotto un altro Comune o un'altra provincia (Modena, Ferrara?), servita da svincoli autostradali e da ferrovia. Un quartiere potrebbe riprendere a respirare riconquistando quella vivibilità che, il traffico ed i tifosi ospiti, tolgono ogni volta che c'è una partita.

Indubbiamente una soluzione funzionale e moderna, idonea alle ambizioni che il duo Gazzoni-Tralli si pone. Tutto bene, quindi? A mio parere, assolutamente no.

Il Dall'Ara, già Littoriale e Comunale, è un vecchio di più di settant'anni pieno di acciacchi che le protesi del '90 non hanno risolto.

Ma è il nostro Stadio, la nostra storia più bella. Come potemo ricreare l'atmofera delle curve Andrea Costa e S. Luca, sostutite dalle anonime curva nord e sud?

Avremo occasione di riparlarne nei prossimi numeri ma io, filo Gazzoniano convinto, farò il possibile perchè il cuore rossoblù continui a battere "dentro" Bologna.

15 ottobre 2000                                                             Maurizio Cevenini


Nello stadio di Maradona

 

Domenica 22 ottobre a Napoli è una bella giornata di sole. La città fa vedere, in particolare nel suo grande centro storico, che è cambiata e sta cercando di allontanare quell'immagine di profondo sud a cui tanti luoghi comuni l'hanno relegata.

Non è più la città del colera, per ricordare un'immagine terribile, che fece il giro per il mondo e rende merito alla laboriosità dei napoletani.

Comunque Napoli non è Napoli se non c'è il calcio, quello vero della serie A.

Con i colleghi del Consiglio comunale abbiamo fatto questa bellissima trasferta passando due giorni a Napoli accolti dai colleghi napoletani come solo da quelle parti sanno fare (per la cronaca il nostro incontro è terminato 2-2).

Sul piano calcistico abbiamo potuto constatare che la presenza del più grande giocatore del mondo è ancora vivissima nella città e nello stadio che lo ha consacrato.

Maradona a Napoli non è più un nome ma è ormai un aggettivo che si usa per spiegare, per obiettare, per portare come esempio. E c'è una grande nostalgia per un grandissimo campione dello sport altrettanto grande nel suo fallimento umano. Ma il legame con la città e la sua voglia di rivincita, è indissolubile. Io credo che se si facesse un referendum tra i Napoletani, con tutto il rispetto per i santi, anche il San Paolo cambierebbe nome.

Mi è piaciuto partire da qui, nella meravigliosa giornata del Bologna dilagante, per segnalare la grande delusione dei quarantamila del S. Paolo contro dirigenti che li avevano illusi con Baggio ed altre fantasie.

Le immagini televisive, inquadrando solo le decine di idioti che bruciano seggiolini,

a volte non rendono omaggio a questo sportivissimo pubblico che applaude a scena aperta Signori quando lo immagina Maradona nelle sue discese entusiasmanti o espone uno strisione di incoraggiamento alle popolazioni di Piemonte e Valle d'Aosta. Detto questo mi arrabbio con chi vuole sminuire la prestazione di un Bologna veramente convincente.

Ora ci attende Reggio Calabria guai a montarsi la testa; prima si raggiunge la salvezza poi si sogna.

15 ottobre 2000                                                         Maurizio Cevenini


I 60 anni di Bulgarelli: un 8 per sempre

 

Nei giorni scorsi Giacomo Bulgarelli, glorioso capitano rossoblù dello scudetto, ha tagliato la tappa dei 60 anni. Giacomo ha giocato in serie A esclusivamente nel Bologna come avveniva per altre bandiere di quei tempi, Rivera Mazzola e altri.

In più lui era ed è un bolognese anche se oggi è un grande commentatore televisivo che gira il mondo.

Mi piace iniziare questo mio commento con i doverosi auguri all'amico aggiungendo una richiesta che non so fino a che punto potrà essere presa in considerazione dalla società.

Ormai sta diventando una moda, nel calcio e nel basket, ritirare il numero di Bologna dei giocatori più rappresentativi: ha iniziato il Milan con Baresi se ne parla per Maradona.

Quando giocava Giacomo, se si fosse ritirata la sua maglia, il Bologna avrebbe dovuto disputare le partite in dieci, perchè i numeri erano rigorosamente dall'1 all'11 e ad ogni numero corrispondeva un ruolo definito per sempre. Il numero 8 in quei tempi lo indossava un centrocampista ed in particolare la mente del centrocampo, il 6 era il mediano di spinta e il 10, oggi il numero degli dei, l'altro centrocampista più avanzato.

Ma Giacomo era sempre lì, al centro del campo, a condurre le operazioni.

Oggi, che i numero possono arrivare all'infinito, il numero 8 lo indossa il bravissimo Lima; sono convinto che non gli dispiacerebbe se l'8 del Bulgaro fosse simbolicamente ritirato.

Spero se ne possa parlare.

Tornando all'attualità, mercoledì arriva la Reggina. Lo stanno dicendo un po' tutti, lo dico anch'io, è un appuntamento cruciale, forse più importante della partita con il Milan.

Il Bologna ha fatto vedere belle prestazione nelle prime tre di campionato senza rubare nulla e forse con qualche credito sul piano della fortuna; con la Reggina è indispensabile vincere per giocarci alla pari con la Lazio il nostro futuro.

28 ottobre 2000                                                     Maurizio Cevenini


Ekong, una rivoluzione pericolosa

Cosa sarebbe successo a Bologna se il Bologna avesse vinto a Roma? Qualcuno avrebbe parlato di scudetto facendo paralleli con il grande Bologna dello scudetto.

Meglio, molto meglio così, i piedi restano per terra e ci prepariamo al derby dell'Appennino dopo una bella doccia fredda.

A Roma abbiamo giocato male anche se non penso assolutamente che i ragazzi si siano montati la testa; dall'altra parte c'erano i campioni d'Italia e il Bologna non può rinunciare a Signori e Locatelli senza subire contraccolpi.

La sconfitta ci sta, l'importante è reagire immediatamente rimanendo nella parte sinistra della classifica.

Questa settimana desidero, però, soffermarmi su un tema che potrebbe sconvolgere in modo definitivo il mondo del pallone.

Come spesso accade, le rivoluzioni nascono da un focolaio in un piccolo paese, sottovalutato dai più; le rivoluzioni possono portare maggiori opportunità per tutti, in altri casi, la maggioranza, al potere di pochi.

Succede che una società modello, la Reggiana, con lo stadio più funzionale del mondo ma che disgraziatamente, nel giro di quattro anni, è passata dalla A all'orlo della C2, riesca ad ottenere una sentenza che permette al calciatore extracomunitario Ekong, di giocare nonostante i regolamenti di Lega.

Fatta la doverosa premessa che, quando si parla di calcio miliardario, non è assolutamente in campo il tema del razzismo e della discriminazione, occorre qualche considerazione.

Questa sentenza potrebbe provocare un vero terremoto: svuotamento dei vivai per la nazionale e via libera per quel campionato tra superclub che eliminerebbe di fatto il 50% delle squadre nel nostro Paese.

In una nota trasmissione calcistica, che non nomino per motivi pubblicitari (s(q)uola di calcio) il DS del Bologna Cinquini ha svolto una lucida analisi per dimostrare che la totale deregulation, sostenuta dai grandi club, porterebbe alla trasformazione del più grande sport di massa del nostro Paese.

5 novembre 2000                                                             Maurizio Cevenini


Bia, nascondi la palla sotto la maglia.

Questa rubrica dovrebbe presentare la prossima partita come indicato nella testata ma essendo, io, un romantico un po' masochista preferisco rileggere la pagina precedente. Il derby dell'Appennino ha sempre avuto un fascino particolare e per Bologna e Firenze rappresenta un po'  l'appuntamento a livello di Roma-Lazio, Milan-Inter.

E come sempre avviene in queste sfide il risultato peggiore è il pareggio e la classica divisione della posta lascia l'amaro in bocca.

E' successo anche domenica e se fossi un osservatore esterno, disinteressato, direi che è un risultato giusto con occasioni ed errori da una parte e dall'altra.

Ma visto che parlo da tifoso sono inferocito.

Il Bologna aveva la partita in pugno quando, su un intervento pulito di Bia, Paparesta ha fischiato la punizione da cui è scaturito il fallo da rigore dello stesso Bia. Il nostro centrale è uomo e giocatore onesto, ha sorriso e invece di nascondere la palla sotto la maglia per posizionarsi, ha subito la seconda beffa.

Sì, perchè i giocatori, fin dal primo calcio in cortile, imparano, purtroppo, a fare i furbi e ricordo con qualche nostalgia  il mio amico Giuseppe, negato per il calcio, che ogni volta che gli fischiavano un fallo nascondeva il pallone sotto la maglia; ma questa è un 'altra storia anche perchè la palla era sua.

Bia è un grande amico e penso di poter scherzare seppure con una punta di amarezza.

Tutti gli altri episodi li trascuro anche se i due interventi assassini su Signori erano da espulsione. Con il capitano fuori causa, Varicelli (Locatelli) che pur messo in piedi a tempo di record non può essere quello delle prime partite, Binotto a mezzo servizio, fa ancora più rabbia veder sfumare la vittoria.

Consoliamoci con la "prima" di Cruz che si è visto non solo in occasione del gol e con la classifica che si muove.

Credo fosse Brera, ma potrebbe essere chiunque altro, che diceva che l'importante è muovere la classifica.

E' vero che con i tre punti vale meno ma il Bologna è vivo e rimane... a sinistra.

 

12 novembre 2000                                                     Maurizio Cevenini


Vinceremo il tricolor.......

Negli ultimi minuti, a Perugia, diluviava ma la nutrita comitiva dei ragazzi della curva rossoblu non se ne accorgeva e incitava la squadra come aveva fatto dall'inizio.

E mi è apparso spontaneo e giusto quel grido: "vinceremo, vinceremo, vinceremo il tricolor.....".

Quante volte lo abbiamo sentito al Dall'Ara, masticando amaro per le ambasce in cui versava la nostra squadra.

Ovviamente penso che il Bologna abbia meno di una possibilità su mille di vincere lo scudetto ma il terzo posto all'ottava giornata va goduto anche sognando sotto la pioggia.

Ed è bello vedere che questa classifica, che fa girare la testa, è merito di un collettivo che manda in gol tanti giocatori diversi e senza esaltare con il gioco, uno dopo l'altro arrivano risultati pesanti.

La squadra operaia a Perugia era senza Signori, Wome e ha perso quasi subito Lima ma non è cambiato nulla perchè i bomber sono Bia, Locatelli e Nervo.

E se tra Vicenza, Bari e Atalanta arrivassero almeno sei punti, la vigilia di Natale a Udine ci si giocherebbe..... fermiamoci qui.

In attesa dell'arrivo del Vicenza, voglio ricordare che quella che stiamo vedendo ed ammirando è sempre più la squadra voluta da Guidolin e Cinquini. Io sono tra coloro che, solo per grande ottimismo ho avuto fiducia nella squadra, ma quando il presidente Gazzoni ha dichiarato che questa era la squadra più ragionata, ho pensato che l'avesse sparata veramente grossa.

Mi sono sbagliato e sotto questo profilo penso siano in molti a dover fare autocritica.

Le prossime partite potrebbero tranquillamente ribaltare tutto ma oggi occorre riconoscere che il Bologna è una squadra seria e sana sul piano della dirigenza e del gruppo di giocatori.

Allora se domenica dalla curva risentiremo:"vinceremo il tricolor" non sorridiamo dal settore dei milordini, perchè un piccolo scudetto lo stiamo già vincendo.

ps: Consiglio Perugia-Consiglio Bologna: 1-4

 

26 novembre 2000                                             Maurizio Cevenini


Addio sogni di gloria....

Una vecchissima canzone maliconica recitava così: addio sogni di gloria, addio castelli in aria... E' bastato il pareggio con il Vicenza per archiviare la settimana di euforia appena trascorsa? A mio parere no perchè il Bologna non era squadra di fenomeni prima, non è tornata nella mediocrità oggi. C'era molta delusione fuori dal Dall'Ara, nell'ennesima giornata di pioggia allo stadio, le bandiere arrotolate, molti musi lunghi, quasi avessimo perso uno spareggio. E poi recriminazioni per un centravanti alto e grosso che si libra come una libellula per segnare un gol straordinario. Ovviamente chi scrive è in preda alle stesse delusioni di coloro che vuole descrivere con asettica lucidità ma la ragione deve prendere il sopravvento anche nel calcio.

Cinque vittorie, due pareggi, due sconfitte, terzo posto, dopo un quarto di cammino è un risultato esaltante. Non dobbiamo dimenticare che per il morale è fondamentale non perdere e domenica ci stava anche la sconfitta contro un Vicenza che, non avendo nulla da perdere, dopo il pareggio ha rischiato di tirarci un brutto scherzo.

Calma, quindi, e sangue freddo verso una trasferta difficile come quella di Bari e anche lì, se muoveremo la classifica, andrà benissimo. Non dimentichiamo mai che abbiamo due obiettivi la salvezza e lo scudetto: in mezzo ci stanno anche dignitosi piazzamenti che ci potrebbero fare rivedere l'Europa.

Anche la squadra del Consiglio Comunale partirà per Bari e anche questa trasferta vuole rappresentare un legame forte con la squadra e gli stadi.

C'è stato un vistoso calo di spettatori in questa settimana, un po' in tutti gli stadi; mi auguro che sia l'effetto del freddo e della pioggia ma temo qualche effetto Reggio Calabria con quelle immagini terribili, riproposte troppe volte dalle televisioni.

Ho detto più volte che senza la presenza negli stadi, questo sport perderebbe gran parte della sua carica e sarebbe destinato a un lento declino.

Non so quale sia la scelta più giusta, forse la gestione totale da parte delle società, comunque qualcosa va fatto in fretta.

Consiglio comunale Bologna - Consiglio comunale Vicenza 3 - 0

03 dicembre 2000                                                             Maurizio Cevenini


Campioni d'inverno....

Mentre scrivo questo pezzo sono in viaggio per Bari con la squadra del Consiglio Comunale e non potendo scrivere sull'attualità uso la fantasia....

E' freddo questo mese di febbraio a Bologna; è così da un po' di anni, il generale inverno arriva dopo le feste.

Ma la festa vera è oggi: Bologna Inter, al dall'Ara tutto esaurito nonostante il nevischio.

Chi l'avrebbe mai detto che dopo il risultato di Bari (1-2-x?) non ci saremmo più fermati e oggi ci stiamo giocando addirittura il titolo di campioni d'inverno.

Vittoria con l'Atalanta che oggi è risucchiata a mezza classifica, pari a Udine sono ancora quarti, vittoria con il Brescia, ma soprattutto i due gol di Torino: Signori, Cruz.... memorabile! Peccato per i due pareggi con Verona e Lecce ma oggi siamo qui a due punti dalla Roma. Stiamo giocando malino, l'Inter si chiude bene, ha colpito anche un palo in contropiede. Zero a zero nel primo tempo come a Parma. Il tempo di un panino alla mortadella Alcisa e si ricomincia. Che sofferenza, forse incide anche il campo pesante ma non riusciamo a tirare in porta. Siamo già alla mezz'ora quando il din don richiama lo sguardo sul tabellone scassato, Parma uno Roma zero: Torrisi. Dalle curve Andrea Costa e San Luca un unico boato mentre il Bologna batte l'ennesimo corner, Bia si alza ma viene strattonato: rigore dubbio. Beppe sul dischetto...

E' questo l'Hotel Boston? Siamo a Bari, domani si gioca.

 

8 dicembre 2000                                                         Maurizio Cevenini


 

L’unico dissenso con Gazzoni….

Termina il secolo e nessuno se ne accorge; ormai ha prevalso l’idea che il duemila fosse il primo anno del terzo millenio per me lo sarà il duemilauno.

Saluto tutti i tifosi rossoblù, i giocatori, i dirigenti.

Questo avvio di campionato, pur con qualche rammarico, ci colloca dove nessuno avrebbe mai ipotizzato. Riprenderemo a parlare di calcio giocato nel prossimo anno ma per quest’ultimo numero voglio parlare dell’unico dissenso con il Presidente Gazzoni.

In questi anni ho avuto molte occasioni per riconoscere al presidente grandi capacità in un mondo difficile come quello del calcio di serie A. In questi sette anni sono passati da Bologna calciatori più o meno importanti che hanno dato un grande contributo, ma su tutto prevale l’idea di una direzione seria, concreta. Il Bologna calcio, dopo il fallimento, era scomparso nella considerazione generale, oggi siamo conosciuti e rispettati in Europa.

E proprio per questa considerazione che mi permetto di dire che non condivido l’idea del Presidente di costruire un nuovo stadio fuori da Bologna.

Qualcuno sostiene che già nel 90, approfittando dei fondi mondiali si sarebbe dovuto costruire il nuovo stadio; io ho visto il meraviglioso Stadio della Vittoria di Bari abbandonato per il San Nicola e mi ha fatto un brutto effetto.

Il Dall’Ara e il Bologna calcio sono indissociabili, è come pensare Piazza Maggiore senza le Due Torri. Potrebbe essere il colpo decisivo per allontanare dallo Stadio i bolognesi e non sarebbe giusto.

Per restare al Dall’Ara occorrono due cose fondamentali: liberare i residenti e coprire lo Stadio. Obiettivi difficili, ma non impossibili.

Una rimodulazione severa del traffico e degli accessi (compresa la sosta degli ospiti) potrebbe rispondere alla prima esigenza.

Una copertura trasparente e mobile, secondo le tecniche più avanzate, potrebbe superare le giuste resistenze della sovintendenza, preoccupata per la vista di San Luca.

Ci pensi Presidente e comunque auguri e grazie per questi anni rossoblù.

Bologna 16 dicembre 2000                                                        Maurizio Cevenini


 

Ripartiamo, come se non avessimo sognato

Domenica scorsa non meritavamo di perdere con l'Atalanta, come con il Vicenza beffati sul finale ma da Udine occorre reagire.

Per carità, l'Atalanta ha confermato di meritare l'alta classifica e destano ammirazione i "bolognesi" Doni e Paganin ma, anche senza attacco, l'avevamo messa nell'angolo e stava per capitolare.

Con l'Atalanta la sconfitta più brutta, non solo perchè ingiusta maturata dalla velocità di due vecchietti come Nappi e Ganz, ma perchè subita al Dall'Ara, da tanto tempo inviolato.

Avevamo sognato nove punti ne abbiamo preso uno, il resto è solo rabbia e recriminazione.

C'è solo un modo per ripartire: dimenticare la grande occasione che abbiamo bruciato nelle ultime tre assurde partite e grattare un punto alla volta in attesa che torni il sole; quello vero, non quello che ci ha tradito domenica 17.

La classifica rimane invidiabile ma è determinate muoverla subito, prima della sosta. Gli obiettivi, anche i più ambiziosi (zona Uefa), restano alla portata di questa squadra.

Voglio ricordare che stiamo faticosamente recuperando tre giocatori fondamentali come Signori, Binotto, Wome che stanno faticosamente recuperando da incidenti seri.

A noi tifosi spetta il compito di sostenere la squadra, se possibile più di prima. La cosa più brutta e grave sarebbe cominciare a cercare i responsabili delle sconfitte minando la solidità del gruppo attorno all'allenatore.

Siamo tutti allenatori ed è facile indicare la via maestra dal salotto di casa, lasciamo perdere.

I consuntivi si faranno alla fine, lucidamente e a riflettori spenti.

Un'ultima considerazione sul giovane e inesperto arbitro che ci ha negato un rigore netto ed un encomio dal sempre rossoblù Nervo che sta facendo un campionato super.

Quarta vittoria consecutiva per il Consiglio Comunale contro Bergamo 2 - 1, ma come sappiamo non conta nulla.

17 dicembre 2000 Maurizio Cevenini


 

2001, buon anno Bologna

Avere uno spazio su una rivista dà un brivido speciale quando, non avendo un tema preciso da trattare, puoi scrivere a ruota libera.

Sto scrivendo appunto alle ore 15, proprio all’ora canonica del calcio d’inizio calcistico, del primo gennaio 2001. Forse il giorno più disgraziato e frastornante dell’anno perché viene dopo la notte più lunga e più dura, durante la quale tutti sono obbligati a divertirsi e fare tutto ciò che schivano nel corso dell’anno. Mangiare, ballare, urlare, bere lontano dai pasti e soprattutto tirare tardi. E quando ti svegli, devastato, pensi subito a questo primo giorno che annuncia un altro duro anno di lavoro, di preoccupazioni, di scelte. Così scorre via lento e fastidioso questo giorno pieno di record come l’annuncio del primo bambino nato dopo un secondo, per la felicità dei genitori che non sanno che inizierà la scuola perdendo un anno e soprattutto dovrà festeggiare il compleanno nel giorno più stanco. O ancora peggio l’elenco delle vittime dell’imbecillità di pochi.

E la solidarietà piena e un ringraziamento va a tutti coloro che avendo lavorato si gustano il meritato riposo.

Divagazioni di cui mi scuso.

Con il 2001 riparte il campionato, dopo una pausa che, se fosse durata l’intero mese di dicembre, avrebbe visto il Bologna ai vertici del campionato. Ci siamo inchiodati a quota 17 e qualcuno ha teorizzato che avremmo dovuto perdere con Vicenza per scavalcare quel numero sfortunato. Sono arrivate le randellate del Presidente, i dubbi di Guidolin, lo smarrimento dei tifosi, le mille lire per bambino allo stadio (questo è positivo). Quando uscirà questa rivista si saranno già giocate due partite con Brescia e Juventus che indicheranno se il Bologna è di destra o di sinistra: nove di qua e nove di là, anche se solo alla fine del girone d’andata, si chiariranno i due schieramenti.

Si sarà mosso anche il mercato folle che, proprio nel periodo dei saldi, rilancia. Continuo a preferire il Bologna, prudente e relativamente povero, rispetto all’Inter di Moratti che ormai rappresenta la barzelletta del dissennato imprenditore. Quanto è lontana la squadra gloriosa dell’altro Moratti, che vinse tutto con una rosa di tredici giocatori.

In queste giornate a cavallo dell’anno si è parlato molto, come avviene periodicamente, dei mezzi indispensabili per invertire un ciclo negativo. Silenzio stampa o semi-silenzio, ritiro lungo, breve, medio; e in mezzo la variabile del controllo del panettone dei tortellini, lasciando, per una volta, fuori il problema del sesso.

Io credo che siano tutti tentativi artigianali che funzionano poco e se la formula magica ed unica esistesse non se ne parlerebbe tanto.

Ragazzi o uomini, come preferiamo chiamarli, tanto diversi difficilmente si adattano ad un’unica impostazione.

Teoricamente, come si fanno piani di allenamento personalizzati così si dovrebbe fare a seconda del carattere e delle aspettative.

Faccio un paragone sacrilego, ma con licenza poetica: la Monaca di Monza aveva l’ambizione di essere Gertrude e basta e se fosse stata libera avrebbe fatto qualche disastro in meno. Questo è il mio parere che, ricordando il giorno e l’ora in cui viene scritto, può essere perdonato.

Come per il vecchione ho bruciato il più brutto ricordo calcistico del 2000: la rovesciata impossibile di Toni, e i diciassette punti che mentre leggete sono diventati….

Buon anno, Bologna!

 

Bologna, 1 gennaio 2001                                                 Maurizio Cevenini

 

 

Articolo 12 news

 

 

Tre punti di sutura

Le tre sconfitte consecutive che hanno chiuso il dicembre calcistico del nostro Bologna hanno fatto molto male. Si sono aperte vivaci discussioni, ognuno ha proposto i suoi rimedi fino al paradossale balletto dei ritiri. Insomma si era aperta una bella ferita che i tre punti di sutura con il Brescia hanno parzialmente rimarginato. Il calcio continua ad essere bello ed entusiasmante perchè è tutto tranne che uno sport scientifico e guidato dalla logica; credo anch'io che alla fine, di massima, i più forti vincano di più ma guai ad azzardare pronostici sulle singole partite. Il Bologna che ha battuto il Brescia di rapina se in una simulazione avesse potuto giocare con lo stesso Bologna sconfitto dall'Atalanta, sarebbe stato stritolato; oggi siamo nella parte nobile della classifica per i punti stiracchiati conquistati mentre le belle prestazioni vengono dimenticate subito.

Bologna guarito quindi? Assolutamente no, perchè come insegnano i medici le ferite vanno prontamente tamponate, anche con mezzi di fortuna, poi deve iniziare la cura vera e propria.

Ho visto lacune preoccupanti e giocatori fuori fase ma i tre punti di sutura per quindici giorni terranno di sicuro. Domenica con la Juventus potremo giocare senza patemi e forse riusciremo di nuovo a essere brillanti e rosicchiare qualcosa in attesa del Verona, che spero di battere con un altro orribile 1-0.

Un pensiero particolare ai due protagonisti della partita: Pagliuca merita un discorso a parte: penso che con uno dei tre portieri della nazionale avremmo perso la partita. Gianluca, il gattone di Casalecchio (grande merito all'amico Cotti che ha centrato il soprannome) è un equilibrista sulla riga di porta; lì con i suoi artigli è ancora il numero uno al mondo.

L'altro è Locatelli: ha preso "caldi" dal presidente e ha risposto bene; dal gol risolutivo trarrà giovamento.

7 gennaio 2001                             Maurizio Cevenini

 

p.s. quinta vittoria consecutiva per i consiglieri

Consiglio comunale Bologna - Consiglio comunale Brescia 2-1

Con il numero 10 del figlio, ha giocato con noi Jo Signori, padre di Beppe

 

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