ARTICOLI
PRECEDENTI - FORZA BOLOGNA
ARCHIVIO CAMPIONATO 2000-2001
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Al
pavaion, al taiadel
in brod, al stadio
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Dedicato ai 300 del
bar Ciccio
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Vecchio stadio non
voglio perderti
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Nello stadio di
Maradona
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I 60 anni di
Bulgarelli: un 8 per sempre
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Ekong, una
rivoluzione pericolosa
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Bia, nascondi la
palla sotto la maglia.
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Vinceremo il
tricolor.......
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Addio sogni di
gloria....
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Campioni
d'inverno
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L’unico dissenso
con Gazzoni….
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Ripartiamo, come
se non avessimo sognato
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2001,
buon anno Bologna
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Tre
punti di sutura
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Non
dateci più rigori
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Lo
stupore di Locatelli
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Siamo
riusciti a resuscitare i morti, grazie comunque
Un
solo lunghissimo minuto
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Una
ventata di giovinezza
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Signori,
che fatica!
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Continua
il tira-molla
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La
più bella di tutte
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L'odio
di una città
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Quei
giovani azzurri, mondiali del 2006
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Guidolin
– Ulivieri = 0-0
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L’errore
di Maresca e la legge dell’ex
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Nell’uovo
di Pasqua, Kallon
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C’è
solo un capitano …
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Un
solo appunto, caro Beppe.
- Senza
vergogna
- Guidolin
batti la Juve
- Cinque
minuti, grazie Kolivanov
- Non
roviniamo tutto
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Cosa
resterà…
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l'ultima
giornata
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L’ultima
giornata
Come in poche altre occasioni l’ultima di
campionato è stata una roulette russa per lo scudetto e per la retrocessione.
Risultati che lasciano dubbi con professionisti già in vacanza che stravolgono
ogni previsione. Ancora una volta si è dimostrato quanto sia fondamentale in un
campionato come il nostro uscire rapidamente dal gruppo delle sette-otto squadre
coinvolte nella lotta per la retrocessione. Il Bologna è riuscito a farlo a
dieci-dodici giornate dalla fine ma questo non ha reso felici i nostri tifosi.
Era l’anno giusto per la Uefa e chiudiamo dietro Atalanta e Brescia. L’ultima
partita è servita solo all’Inter per superare il Milan e per noi a fare
esordire altri tre giovanissimi. Consoliamoci pensando che, per la prima volta
da anni, abbiamo un vivaio di grande livello. Ora la vacanza e un po’ di
disintossicazione per i tifosi, nella speranza che la società si muova in modo
intelligente con il giusto mix tra giovani promettenti e veterani, con Signori
inamovibile.
Ultimo pensiero alla Roma che ha meritato lo
scudetto. Ma questi miei articoli sono sempre in chiave rossoblu e quindi un
pensiero particolare alla fetta di Bologna che vince lo scudetto: Antonioli,
Mangone, Rinaldi lanciati sotto le Due Torri e partiti due anni fa per Roma
hanno dato il loro onesto contributo in quell’Olimpico che nel ’64… Nel
2001 Inter-Bologna a Bari davanti a 918 persone.
Bologna, 17 maggio 2001 Maurizio Cevenini
Non
roviniamo tutto
Ho difeso fino ad oggi la nostra squadra per quello che ha
fatto vedere ad intermittenza in un campionato stranissimo che a due giornate
dalla fine ha chiuso solo sulle prime quattro, senza stabilirne l’ordine, e
sta lasciando aperto ogni altro obiettivo.
Il Bologna nelle ultime partite ha raggranellato una manciata
di punti e ne bastavano altri due o tre per essere in Uefa. Verona era l’ultima
stazione e contro una squadra disperata ci sta anche la sconfitta. Ma la
sconfitta è una cosa, la resa anticipata è un’ altra. Non si può arrivare a
prendere nove gol in due partite e non può essere una consolazione la corsa
solitaria del solito Signori.
Il divario tra il Bologna e tutte le pericolanti a cui
abbiamo fatto una trasfusione di punti è troppo grande per accettare senza uno
scatto di rabbia questi risultati.
Arrivare ottavi, seppure fuori dalla Uefa, non è la stessa
cosa di arrivare di poco avanti dalle retrocesse.
Vuol dire bruciare tutto ciò che si era costruito in un bel
inizio di campionato.
E’ inutile dire che è d’obbligo vincere le prossime due
partite per salvare la dignità; contro il Lecce, in particolare, occorre far
vedere ai generosi tifosi rossoblu che i giocatori non sono in vacanza, che
hanno ancora qualche stimolo.
Resterà comunque il rammarico per una grande occasione
sprecata con il classico strascico di polemiche. La speranza è che tutto
termini in fretta per ripartire con i soliti buoni propositi per la campagna
acquisti che, alla luce di queste ultime deprimenti prestazioni, rappresenta
più che mai un’incognita.
27 maggio 2001
Maurizio Cevenini
Cosa
resterà…
Cosa
resterà di questo strano campionato e di un Bologna che arrivato alla soglia 40
si è inesorabilmente fermato? Certamente l’amarezza dei tifosi per aver visto
per tante settimane la soglia dell’Europa, illusi da un avvio straordinario di
tanti giocatori che supplivano a carenze tecniche con una voglia vera di
emergere. Qualche bel ricordo rimane comunque: un paio di belle vittorie, l’orgoglio
di San Siro con il lancio nella mischia dei giovani, i gol di Beppe Signori.
Speravo che con il Lecce ci fosse quel
sussulto di orgoglio in particolare dei tanti che il prossimo anno non
vestiranno più la maglia rossoblu e invece si è conclusa con la sagra paesana
dei rigori, belli quelli di Cruz, drammatico quello del "nostro"
Ingesson.
Domenica ci attende la trasferta inutile a
Bari per l’ultima scapoli-ammogliati con l’Inter
ben più delusa del Bologna.
Ho detto strano campionato perché i punti
fatti non sono pochi ma non hanno acceso l’entusiasmo che per il pubblico
bolognese è fondamentale. In tanti temevano la contestazione ma ha prevalso il
buonsenso, l’ironia e soprattutto l’indifferenza. Tanti vuoti nella curva
storica a segnalare uno scollamento che non si verificava da tempo.
Fortunatamente tra meno di un mese si parlerà
soltanto del nuovo Bologna di Guidolin, che resterà, e spero che il nuovo
gruppo si faccia amare per il temperamento e la voglia di essere Bologna.
Consiglio Comunale Bologna – Selezione Lecce
= 4-3
Bologna, 10 maggio 2001 Maurizio Cevenini
Cinque
minuti, grazie Kolivanov
Una azione da manuale ha portato in gol il solito Signori e
ha mandato in visibilio il Dall’Ara stipato e vestito a festa come sempre
quando arriva la signora del calcio; poi la Juve, ma soprattutto Zidane, con il
solito uno-due che colpisce un Bologna fragile in difesa.
Recriminazioni per questa partita, persa nettamente, ne trovo
poche se non qualche scelta su giocatori che non riescono in questa stagione a
dare il massimo.
Bruciano molto di più per la Uefa oggi straordinariamente
lontana, i punti lasciati con squadre inferiori a questo Bologna anche se
paradossalmente le prossime tre partite lasciano aperta la speranza ma ci vorrebbe una scossa che non vedo nel gioco di
queste ultime settimane.
C’è stato spazio, in questa domenica da dimenticare, per
Igor Kolivanov. Operazione nostalgia per un giocatore che ha dato moltissimo al
Bologna e il pubblico non lo ha dimenticato. Ha toccato solo due palle in cinque
minuti intensi di partita, con quel numero nove che fu di Nielsen, Clerici,
Savoldi. Ma va bene così; in fondo sono passati tanti anni da quando con
Signori e Zeman fece grande il Foggia. Ha dato molto anche al Bologna di questi
anni miracolosi.
Ho parlato con molti tifosi e, nonostante l’amarezza, c’è
consapevolezza che il livello mantenuto in questi anni in serie A è il massimo
che una società seria e onesta può ottenere.
Non mi stancherò mai di dire che rispetto a Inter, Lazio,
Roma che qualche dubbio lasciano con il gioco dei tre passaporti, a Bologna si
gira a testa alta.
Consiglio comunale Bologna – Selezione Torino : 5-2
20 maggio 2001 Maurizio Cevenini
Guidolin
batti la Juve
Il timore che le elezioni politiche potessero
incidere sul mio umore mi ha convinto ad anticipare i tempi per la scrittura di
questo pezzo.
L’unica cosa certa dopo il risultato di Brescia, compreso
il duello dei grandi vecchi Baggio e Signori, è che Bologna Juventus, molto
probabilmente sarà determinante per lo scudetto e per la coppa Uefa. Quando
arriva la Juve al Dall’Ara, come in quasi in tutti gli stadi d’Italia, è un
evento unico. Al Bologna serve questa vittoria per lasciare un bel ricordo di
una stagione altalenante ma non insoddisfacente, nonostante i tanti punti
lasciati per strada con squadre sicuramente inferiori alla nostra. Servirà da
spinta al Presidente e a Cinquini per la campagna acquisti ma anche ai rossoblù
che restano e a quelli che vanno, per una carica superiore nella nuova stagione
che inizierà molto presto.
Ma servirà anche a Guidolin per aggiungere un altro tassello
nella faticosa conquista dell’Europa che sarebbe la conquista di Bologna.
Ne parlavo col Ciccio, mio e suo consulente spirituale,
mentre tagliava una grossa porchetta elettorale nel cortile del suo regno.
Non ci vuole molto per far sbocciare quell’amore che
Bologna riserva a tutti coloro che vestono rossoblù; contro l’Udinese un
drappello sparuto dell’Andrea Costa, dopo il gol di Olive, aveva intonato
timidamente un "Francesco, portaci in Europa" soffocato ben presto dal
pareggio degli ospiti.
Ma con la Juve sarà un’altra cosa, ne sono certo; se
andrà come spero, il Dall’Ara dovrà tributare al suo allenatore, schivo e
riservato, almeno un piccolo coro.
12 maggio 2001 Maurizio Cevenini
Senza
vergogna
Ancora una delusione con l’Udinese e
irrimediabilmente si allontana l’Europa. Qualche recriminazione per il solito
black out dopo il gol, la mira di Lima, Cruz… Niente di nuovo insomma e
nessuna giustificazione per la nostra squadra ma un po’ di rabbia per l’ingiustizia
sportiva.
Ne hanno parlato giustamente Guidolin e
Gazzoni.
Che l’amministrazione della giustizia in
Italia sia uno dei problemi cruciali è ormai una certezza ma la licenza e la
spregiudicatezza con cui si muove quella sportiva supera ogni limite.
Intendiamoci: i processi per mafia, le carcerazioni preventive, le sentenze dopo
vent’anni, sono ben più gravi delle banalità del calcio. Ma attorno al
calcio crescono molti giovani praticanti e sportivi e anche se una piccola parte
di questi è protagonista di episodi teppistici negli stadi, merita rispetto. Lo
stesso rispetto che meritano società impeccabili come il Bologna. Si può
sostenere che Gazzoni voglia spendere poco, che Cinquini sbagli gli acquisti e
Guidolin la tattica ma questi sono galantuomini, come si diceva una volta. A
Milano, Roma e compagnia cantante non so se possono dire le stesse cose. Se nel
calcio ci fosse giustizia tutti coloro che hanno barato dovrebbero pagare e,
visto che sono davanti al Bologna, dovrebbero saltare l’Uefa. In formula uno
pesano le auto e un etto di differenza è sufficiente per perdere il
piazzamento.
Voglio interpretare anche in questo senso i
dieci minuti di protesta della curva per l’ennesima diffida.
Sabato saremo a Brescia davanti a sua maestà
Baggio e quel gran personaggio di Mazzone. Meritano la salvezza e credo la
raggiungeranno facilmente, ma il Bologna deve lottare fino alla fine proprio per
i suoi generosi tifosi. Una vittoria a Brescia proporrebbe un bel 1-2-X per
Bologna Juve della domenica successiva.
Consiglio Comunale Bologna- giornalisti
politica = 4 - 0
Bologna, 6 maggio 2001
Maurizio Cevenini
Un
solo appunto, caro Beppe.
Le scommesse, vere o finte che siano, gli
fanno bene. Continuo a pensare che sia
sbagliato fare una scommessa, a suon di milioni, per i duecento gol, però se il
rullo compressore continua a pieno ritmo e ci mette anche la testa…, anche il
mio rigore inizia a vacillare. Le normali regole del calcio prevedono che per un
attaccante, visto il logoramento maggiore nel ruolo, dopo i trent’anni inizi
la fase decadente ma per Beppe, che ha giocato molto di più del concorrente
Baggio, sembra arrivata una nuova giovinezza. L’unico appunto che vorrei
fargli, e visto che mi è capitato anche con il Sindaco mi confermo nel mio
ruolo di censore, è legato ai due tiri di sigaretta che ha indicato come unica
forma di doping. Ovviamente comprendo che è stata una frase sdrammatizzante in
questo clima di caccia alle streghe sugli integratori, ma sarebbe meglio la
trasformasse in un più rassicurante: "se poi non dessi qualche tiro alla
sigaretta arriverei a duecento cinquanta gol". I giovani sono troppo
sensibili ai messaggi.
Scherzi a parte, con il primo caldo, anche se
davanti ad una squadra che merita il posto nell’alta classifica, diversi
nostri giocatori hanno avuto un sensibile calo di rendimento. Non mi piace fare
nomi ma tutti abbiamo visto la partita e tutti i suoi limiti. Senza Beppe,
ancora una volta, questa squadra avrebbe subito una pesante sconfitta. Con l’Udinese
ci vuole qualcosa in più.
Bologna, 30 aprile 2001
Maurizio Cevenini
C’è
solo un capitano …
Arriverà la fine di questo campionato e forse non capiremo se
questo Bologna ha un suo assetto stabile. L’alternanza di risultati, quasi
fastidiosa, rende il Bologna dei suoi
39 punti l’unica squadra che
paradossalmente è fuori da tutto e teoricamente potrebbe ancora arrivare tra le
prime quattro.
Potrebbe essere così fino alla fine se non
riusciremo a vincerne o perderne due di fila.
Personalmente ho detto più volte che mi
accontento di poco, e sarebbe sbagliato far tragedie se non arrivassimo nelle
sette da euro ma quest’altalena logora. Forse logora un po’ anche questi
giocatori che perdono a turno il controllo, prima Maresca
domenica, nel modo più brutto, Padalino.
Mandare a quel Paese il proprio pubblico è il
gesto più odioso nel calcio, anche perché rischia d’essere irrecuperabile,
in particolare con la tifoseria più buona d’Italia. Conosco Padalino, lo
considero un buon giocatore, e sono sicuro che è più dispiaciuto dei tifosi
per quel gesto. Occorre recuperare immediatamente con un incontro o con qualcos’altro.
A Bologna ci sono sempre stati i beniamini, i giocatori più amati ma non c’è
mai stato, tranne rarissime occasioni, il giocatore bersagliato. Un esempio per
tutti Julio Cruz che pur avendo giocato partite a dir poco imbarazzanti è amato
dal pubblico come, e forse più, di Cipriani. Il gol del 4-2 dopo una
prestazione generosa, seppur, come al solito, un po’ al rallentatore ha
sciolto lo stadio per quest’argentino che sa stare al suo posto senza
polemiche. Il bolognese è generoso protettivo nel calcio come nella
vita e se ogni tanto perde la pazienza, dai professionisti del calcio va
accettato.
Ancora una volta il pistolotto a parte è per
questo nostro capitano che corre, impreca e soprattutto segna gol decisivi. Per
carità tanto di cappello per il Baggio dei miracoli ma Signori oggi è
superiore per sé e per la squadra.
Domenica prossima a Bergamo sarà veramente
uno spareggio per quel posto in Uefa tra le due sorprese del campionato, il
Bologna della lontana trasferta di Milano potrebbe farcela quello di Vicenza no.
Consiglio comunale Bologna – Consiglio
Comunale Bari = 1-1
Bologna, 22 aprile 2001 Maurizio Cevenini

Nell’uovo
di Pasqua, Kallon
Anche Pasqua è passata
con qualche delusione per il freddo e per la nostra squadra. Eravamo partiti da
Bologna con la neve e abbiamo trovato un’innaturale sole allo Stadio Menti di
Vicenza. Di innaturale abbiamo visto anche una squadra che senza Lima e Signori
si trova in balia degli avversari e come all’andata proprio con il Vicenza si
è interrotta la striscia positiva che ci faceva sperare nell’Europa. Nell’uovo
invece dei punti attesi ci siamo ritrovati Kallon che i tifosi vicentini
avrebbero voluto in panchina perché da settimane non carburava…
Nessuna tragedia ma
qualche preoccupazione sì per questo andamento a corrente alternata, tra una
partita e l’altra ma anche all’interno della stessa; ormai sono pochissime
le possibilità di entrare nelle prime sette soprattutto perché i valori si
stanno ridefinendo con Inter e Milan forse imprendibili ce la dovremo giocare
con Fiorentina e Atalanta e, sempre ammesso che si batta il Bari in disarmo,
quello di Bergamo sarà un vero e proprio spareggio. Resterà comunque un buon
campionato ma Guidolin dovrà trovare gli stimoli giusti per provare l’ultimo
assalto.
Il finale dedicato al
tema della sfida alla quota 200. Conosco da anni Domenico Nanni e le sue
provocazioni: in piena coerenza, che da parte mia non significa condivisione,
senza preoccuparsi delle conseguenze ha sempre rappresentato una voce fuori dal
coro, come recita il titolo della sua trasmissione. Beppe Signori ama le sfide,
meglio se impossibili, e le continue esternazioni di Nanni sono state uno
stimolo invitante. Ecco tutti gli ingredienti per una scommessa che, a mio
parere, fa male a Beppe e al Bologna. Non è sana né stimolante e a prescindere
dalle possibilità concrete di riuscita, spero che uno dei due rinunci in tempo.
Consiglio comunale
Vicenza – Consiglio Comunale Bologna = 2-2
Bologna 15-4-2001
Maurizio Cevenini
L’errore
di Maresca e la legge dell’ex
Brutto Bologna ma vince. La sintesi è presto
fatta per un Bologna senza Signori, con una difesa pericolosamente incerta
davanti ad un Perugia brillante.
A Firenze e Parma dovevamo vincere, con il
Perugia perdere ma va bene così perché la striscia positiva continua. I
calciatori hanno tutto: fama, soldi, soddisfazioni ma quando non giocano
soffrono e diventano bambini. Quando la rosa è così ampia succede, vedi Juve,
Lazio, Roma, che restino al palo giocatori della Nazionale, figuriamoci se non
avviene al Bologna.
Personalmente comprendo bene i mugugni e le
proteste durante la settimana, in particolare quando arrivano da amici personali
come
Bia o Locatelli ma davanti a trentamila persone, durante una gara intensa come
quella di domenica, ogni gesto sopra le righe non è accettabile.
Maresca ha sbagliato in modo grave a fare le
bizze per la sostituzione rischiando di creare una frattura nella squadra e nel
pubblico. Lo ha sostituito Olive, che non sarà un fenomeno, ma pur partendo
come titolare fisso di questo Bologna ha accettato un lungo periodo di panchina.
Non ha fatto una grande partita ma è stato determinante con quel gol sporco da
ex.. Ed è diventata la sua giornata compreso quel gesto, ormai di moda, di
tenere dentro l’esultanza sacrosanta per un gol.
Maresca è giovane, bravo ed intelligente ma se
vuole fare carriera deve adeguarsi alle
regole del calcio moderno dove non esistono gli inamovibili. Pensi a Cassano e
prenda esempio da Cippo.
Adesso dopo il giro di boa siamo di nuovo lì,
pronti al balzo come all’andata spumeggiante di Perugia che ci fece sognare la
champions league anche perché arrivavano le partite "facili",
Vicenza, Bari e Bergamo. Un solo punto in quelle tre partite e il giocattolo si
ruppe facendoci intruppare nella insipida fascia di mezza classifica.
Ora è importante ritrovare l’assetto della
difesa e Beppe là davanti per non ripetere l’errore.
Consiglio comunale Bologna – Consiglio
Comunale Perugia = 3-0
Bologna, 8 aprile 2001
Maurizio Cevenini
Guidolin
– Ulivieri = 0-0
A volte capita che partite, seppur importanti per gli aspetti
tecnici e di classifica, siano ricordate per
la sfida tra tecnici. La settimana che ha preparato Parma
Bologna è stata dedicata prevalentemente alla sfida tra Ulivieri e Guidolin, il
veneto e il toscano. I due forse non si sono mai amati ma le cose precipitarono
quando quel Vicenza tignoso di Guidolin sbarrava sempre al Bologna di Ulivieri
la strada nel momento di massimo slancio. Parliamoci chiaro sono sempre i
risultati che dividono, e le cose precipitano quando si scontrano caratteri e
generazioni diversi.
Il destino vuole che certi confronti ritornino quando meno te
lo aspetti.
In pochi avrebbero pensato che Gazzoni avesse il coraggio di
chiamare lo scorso anno proprio l’allenatore che ci aveva sbarrato il passo a
un traguardo prestigioso dopo trent’anni di attesa; ancora meno prevedibile la
defezione di Sacchi che ha aperto a Ulli da San Miniato la strada per la
panchina più importante della sua carriera.
Ecco allora gli sfidanti al Tardini a giocarsi la partita per
i punti, la classifica ma anche, forse soprattutto, il prestigio nella disfida
con il rivale più temuto, odiato ma forse rispettato più di altri.
Chi ha vinto? E chi può dirlo. Lo zero a zero nel calcio
moderno serve a poco.
Forse, pur cercando di non tifare per l’attuale allenatore
del Bologna, ha vinto ai punti chi ha strappato punti in trasferta e guidava la
squadra, ancora una volta, dall’organico più debole.
La sfida è rimandata anche se Guidolin è certo di allenare
il Bologna il prossimo anno, invece Ulivieri forse resta fuori anche se arriva
tra i quattro.
Per chiudere sul Bologna il trittico terribile (Lazio,
Fiorentina, Parma) si chiude con cinque soddisfacenti punti; il prossimo
(Perugina, Vicenza, Bari) ci dirà se siamo degni dell’Europa.
Consiglio comunale Parma – Consiglio Comunale Bologna = 1-1
Bologna, 1 aprile 2001 Maurizio Cevenini
Quei
giovani azzurri, mondiali del 2006
Il futuro della Nazionale Italiana è in mano ai giovani.
E' sempre stato così: dall'Under 21 nacque quel gruppo che
nel lontano '82 trionfò in modo entusiasmante nel mondiale spagnolo. Solo in
qualche raro caso, per esempio Turi Schillaci delle notti magiche del '90, i
protagonisti dei trionfi della nazionale non hanno fatto parte della Nazionale
giovane.
Un giro di parole per dire che tre rossoblù fanno parte del
giro della nazionale del futuro. Gamberini, Maresca, Cipriani come Perani,
Bulgarelli, Janich, Fogli?
Forse nel 2006, a quarant'anni di distanza dal mondiale del
'66 in Inghilterra, saranno tutti e tre nella Nazionale maggiore in cerca di
gloria.
Dopo quel mondiale che tutti ricordano per la disgraziata
partita con la Corea, sarà un caso, ma in nazionale di rossoblù ne andarono
molto pochi. Erano in quattro su undici (senza sostituzioni) del Bologna, altri
tre erano nel giro, in una squadra che fino a quel momento era stata fortissima.
Tre, seppure nella nazionale minore, non li ricordo.
Presto non saranno più nostri in questo calcio senza
bandiere, ma è già bello quello che fanno oggi.
Visto che sono in vena di ricordi, una raccomandazione per
Cipriani.
Pascutti, uno dei più forti attaccanti di tutti i tempi,
ancora oggi viene chiamato nelle trasmissioni sportive per raccontare di un
pugno che nel '63 sferrò ad un russo a Mosca. Cippo è destinato a prendere
botte per tutta la carriera, lo impone il ruolo e il suo modo di giocare.
Può capitare uno scatto d'ira, grave se avviene in
Nazionale, ma alla fine resta il ricordo dell'espulso e non del provocatore.
Dopo aver sfarfallato sulla nazionale, un ultimo pensiero per
il Bologna alla vigilia di Parma. Sarà una partita da tripla; loro hanno vinto
molto ma noi siamo in ripresa e potrebbe starci il colpaccio. Sarà anche il
match Ulivieri Guidolin, ieri e oggi il Bologna.
25 marzo 2001 Maurizio Cevenini
PS: In occasione della giornata nazionale della donazione e
trapianto d'organo:
Consiglio Comunale Bologna - Veterani Bologna = 0-1 Trevisanello su rigore
dubbio.
L'odio
di una città
A Bologna ci si lamenta del brodo grasso. L'espressione calza
a pennello per il nostro caro Presidente Gazzoni che in otto anni di impegno per
il Bologna ha subito qualche modestissima contestazione. Gazzoni ha molti amici
e qualche parente a Firenze e può capire cosa significa una contestazione
"seria".
Quella a cui ho assistito al Franchi più che una protesta è
stata una corale manifestazione d'odio contro Vittorio Cecchi Gori, almeno pari
all'affetto che circonda il ricordo del padre di Vittorio; la scritta più
morbida, delle decine che ho letto, è stata la seguente: "Vittorio, che
Mario ti fulminasse".
Si sa che, come per gli allenatori e i calciatori, anche per
i presidenti i cicli finiscono e ci si dimentica di quanto di bello è stato
costruito. Ma per Cecchi Gori, un po' come Moratti, è difficile individuare il
periodo di luce.
Della partita il ricordo più bello è stata lo struggente
filmato iniziale su Filippo Galli, giocatore rossoblù, tifoso viola; l'applauso
che lo ha accompagnato potrebbe essere l'inizio del disgelo, dopo i gravi fatti
di qualche anno fa.
Per il resto un pari che serve poco a entrambe le squadre;
nel primo tempo dopo il bel gol di Cippo potevamo chiudere la partita, nel
secondo, senza San Pagliuca, la Fiorentina poteva dilagare. Va bene così,
perché il Bologna fa un secondo risultato positivo di fila, e affronterà
Parma, dopo la sosta, con maggiore serenità.
Non vincevamo da cinque anni a Firenze quindi è giusto
ricordare, una volta tanto, anche il risultato dei consigli comunali:
Firenze-Bologna 1-3.
18 marzo 2001
Maurizio Cevenini
La
più bella di tutte
 Valeva la
pena aspettare tante partite per vedere, in una sola, tutti gli ingredienti
della più bella prestazione del Bologna. Era iniziata bene con uno striscione
ironico dalla curva Andrea Costa: "Veron clandestino, Cragnotti
scafista". Non c'è
nulla di offensivo in una frase che sintetizza
l'arroganza di chi non si accontenta di avere tutti i miliardi che servono per
vincere e si spinge a forzature al limite del lecito. Su questo deciderà la
giustizia civile e sportiva: sul campo la Lazio che, solo perchè si gioca in
undici, ha sei nazionali di tutto il mondo in panchina, ha subito la legge del
migliore.
Poco importa se a maramaldeggiare sono stati giocatori come
Falcone, Brioschi, Nervo, che in
Nazionale non ci andranno mai (spero per loro di sbagliare, naturalmente).
Abbiamo assistito ad una partita bellissima nella quale sarebbe assurdo indicare
il migliore; tutti sono stati grandissimi, anche coloro che sono stati chiamati
a giocare uno scampolo di partita come Cruz, vicino a un euro-gol, Bia,
Piacentini.
Per Signori
va fatto uno strappo alla regola perchè domenica ha risposto a tutti coloro
che, in anni, avevano insinuato che le debolezze sentimentali per la Lazio gli
impedivano buone prestazioni. Stavolta, più di altre, la Lazio non poteva
fermarsi ma Beppe è un professionista, un leader e la massima concessione è
stata non esultare per quella palla mandata in buca lenta e precisa.
"Signori l'abbiamo noi..." urlava la curva mentre
anche Guidolin, quello vero, si gettava sul mucchio selvaggio di giocatori che
soffocava il capitano. Forse è tempo di qualche coro anche per l'allenatore.
(vignetta di Stegio)
11 marzo 2001
Maurizio Cevenini
Continua
il tira-molla
C'erano tutti i presupposti per interrompere il tira-molla
che ci perseguita da quasi tre mesi. La trasferta di Reggio Calabria era stata
presentata come l'ennesimo esame per una squadra che alterna sprazzi di luce a
improvvisi vuoti di gioco. La rabbia è grande perchè ci aspettavamo una
Reggina aggressiva ed invece abbiamo incontrato una squadra timorosa che ha
trovato due gol confezionati dalla nostra incerta difesa; a differenza di Milano
la grande rincorsa non è riuscita nonostante un Signori strepitoso. Ancora una
volta le assenze hanno portato a disegnare una squadra inedita con troppi
terzini di professione costretti a diventare laterali, come impone il calcio
moderno. Questo non basta però a giustificare una squadra che parte troppo
spesso con l'handicap, in particolare in trasferta: Udine, Torino Milano per
citarne alcune a caso. Mi permetto di aggiungere che, dopo l'avvio promettente
della coppia centrale Bia-Castellini, i continui cambiamenti difensivi, senza
addebitare nulla a Gamberini o Padalino, stanno creando problemi all'assetto
della squadra. Fortuna che l'attacco, che deve assolutamente confermare la
coppia Signori, Cipriani, ha cominciato ad ingranare. E adesso, come nel tennis,
dopo aver sbagliato l'ennesimo vantaggio, dobbiamo rifare il punto contro
l'avversario più ostico possibile, la Lazio tritasassi.
Può essere finalmente l'occasione, per il
"laziale" Signori, di sfatare il tabù del gol decisivo contro la
squadra che lo ha incoronato re di Roma.
Con grande attenzione però, perchè il pendolo è spostato
dalla parte sbagliata e un altro passo falso, prima delle due trasferte di
Firenze e Parma, ci avvicinerebbe alla zona minata.
4 marzo 2001
Maurizio Cevenini
Signori,
che fatica!
Avrei voluto riproporre il titolo dedicato a "quelli che
gli ultimi cinque minuti ...". Sono in tanti
allo stadio, in tutti gli stadi, che nei minuti finali se ne vanno; i motivi
sono tanti: impegni, emozione, scaramanzia, accidentalità. Quando avviene, come
domenica scorsa, che in una partita giocata male, con il rischio di perdere,
arriva in modo occasionale il gol di Beppe mi viene da pensare ai tanti che sono
stati quasi due ore al freddo e colgono l'attimo giusto per andarsene. Mi scuso
per la divagazione divertente rispetto alla sostanza di aver raccolto tre punti
preziosissimi con un Napoli che meritava qualcosa in più soprattutto, dopo che
eravamo riusciti, con una delle solite amnesie, a resuscitare l'animale Edmundo,
in letargo fino ad oggi. Ma per
il tifoso conta il risultato, nonostante il passo indietro dal gioco
spumeggiante di Milano.
Nel giorno dell'attesa riconferma dei giovani sono arrivate
due zampate di zio Signori che ormai per scaramanzia cambia scarpe un paio di
volte a partita. E' stato bello vederlo sicuro (ma lo era davvero?) con il
pallone del rigore sotto il braccio verso quell'angolo di Stadio occupato dai
suoi più piccoli tifosi e ci sta l'omaggio finale alla più bella curva
d'Italia.
I giovani non hanno demeritato e la linea verde merita
conferma: mi è piaciuto molto Cipriani, sta crescendo Gamberini seppure in una
difesa che non è ancora al meglio, va un po' contenuto Maresca. Il gioco
frammentato da troppi errori tornerà, ciò che conta è avere messo sotto il
Ciuccio che, per l'entusiamo dei suo tifosi, meriterebbe di restare in A.
26 febbraio 2001 Maurizio Cevenini
Una
ventata di giovinezza
Nessuno potrà mai sapere se dietro le frasi tecniche e di
circostanza di Guidolin ci sia qualcosa di più profondo che lo ha convinto a
buttare nella mischia, in un solo colpo, tre ragazzi di vent'anni. Non è
successo in amichevole ma in una partita delicatissima. Sono stati bravissimi e,
con loro, la ventata di giovinezza ha travolto e coinvolto tutti, da Pagliuca a
Signori. Ci sta anche la discussione da campetto dell'oratorio tra l'indiscusso
capitano e il giovane esuberante, che sbaglia il terzo rigore di fila. Abbiamo
visto il più bel Bologna della stagione, entusiasmante ed ingenuo, ma abbiamo
regalato altri due punti. Che il Milan avesse segnato in fuorigioco e che
Maldini fosse da espellere ne accrescono i meriti. E' stata la sera di Cipriani
che gli imbestialiti tifosi milanisti, che avevo vicino, paragonavano a Vieri e
fa un po' rabbia pensare che è già della Juventus.
Adesso Guidolin e la squadra devono proteggerlo dai facili
entusiasmi che i giornali amplificheranno per tutta la settimana. Con il Napoli
sarà una partita difficilissima da vincere, anche con un gioco meno
spumeggiante, perchè la classifica non è tranquillizzante.
Tornando al quesito iniziale penso che abbia pesato più di
tutto la voglia di un uomo vero di dare l'occasione della vita a questi giovani,
pensando a Niccolò e ad Enrico.
In questa settimana terribile tutto il Bologna, ha dato prova
di grande serietà e umanità. Non è poco per questo calcio travolto dagli
scandali.
19 febbraio 2001
Maurizio Cevenini
Un
solo lunghissimo minuto
Bologna-Roma: lo stadio è
gremito, una curva rossoblù, una giallorossa. Prima dell'ingresso delle squadre
c'è molta tensione, i cori rimbalzano da una parte all'altra alimentando le
preoccupazioni della vigilia. Oggi però è un giorno diverso per Bologna, lo
sarebbe anche se si giocasse la finale del campionato mondiale. E' morto un
ragazzo di diciassette anni lasciando nella disperazione i famigliari e gli
amici; Niccolò Galli oggi avrebbe potuto giocare contro la Roma dopo aver fatto
il suo dovere di studente, di figlio modello. Entrano i giocatori e Bologna-Roma
si gioca tutta in un minuto, un lunghissimo minuto di straziante dolore. I
giocatori abbracciati in mezzo al campo, molti in lacrime e i trentamila dello
stadio tutti in piedi, tutti uniti nell'applauso. In quel minuto sono scomparse
le divisioni del calcio, della politica, della vita. Un minuto di umanità vera,
senza barriere e mediazioni; uomini e donne soli nel vuoto di un destino che
interrompe una vita. In molti potranno obiettare che nel mondo, in quel minuto
di Bologna-Roma, sono morte tantissime persone.
E' verissimo, ma quando ti passa
di fianco la morte più assurda di un ragazzo felice ci pensi molto di più.
Sì, dopo c'è stata anche una
partita, la solita violenza, di cui non voglio parlare perchè non ha nessuna
importanza. Dopo tanta pioggia c'era un bel sole al Dall'Ara; sarebbe bello
credere che da qualche parte anche Niccolò l'abbia visto.
12 febbraio 2001
Maurizio Cevenini
Siamo
riusciti a resuscitare i morti, grazie comunque
Girare a 24 era la massima aspirazione dell'estate scorsa;
facendo la spunta tra chi "l'avevo detto", "Gazzoni non
spende", "manca quello che fa la differenza" non ricordo uno che
azzardasse nulla di meglio. La parola d'ordine era soffrire meno dell'anno prima
ma il Bologna fino a novembre ha fatto faville e la città ha cominciato a
sognare. Poi gli alti e bassi fino a domenica. La classica delle classiche con
l'Inter ridotta a brandelli da una settimana di sciagure: siti porno, notti
folli, passaporti falsi, acquisti dell'ultima ora del Presidente peggiore della
serie A. Tutti i presupposti, quindi, per una bella vittoria del Bologna davanti
al pubblico delle grandi occasioni. Ma come sempre avviene, quando si tocca il
fondo non resta che risalire: è venuta fuori una goleada, a mio avviso
occasionale, dell'Inter, trascinata dal numero 18 dei 90 acquisti del tombolone
Moratti. Poi tutti gli altri tirati a lucido con una voglia di giocare che ho
visto solo nella nazionale dei capuccini.
Resuscita l'Inter per merito di un Bologna che non trova più
la strada del gol anche se ha fatto la sua onesta partita. Lo ha capito il
pubblico che per venti minuti, a partita segnata, si è sfogato con l'ironia
senza offendere la squadra. Chiudiamo a 24 ma pari ai miliardari dell'Inter e
lontani dalla zona rischio. Da domenica, con l'arrivo della Roma, toccherà a
Guidolin motivare i ragazzi dopo la prima sonora sconfitta casalinga. Margini di
recupero e di miglioramento ci sono, basti pensare a Signori che, appena
rientrato, non è ancora a posto.
Credo che il Bologna non sia inferiore a Perugia, Atalanta e
Udinese per pensare ancora alla Uefa e in caso non arrivasse non sarebbe una
tragedia.
5 febbraio 2001
Maurizio Cevenini
Consiglio comunale di Bologna - Consiglio comunale di Milano
= 0-0
Il nostro Signori è partito dalla panchina
Quanti
0-0 per uno scudetto
Un campo di patate
vergognoso ha accolto il Bologna nell'insidiosa trasferta di Lecce. Temevo la
legge dell'ex rivedendo Ingesson, gigante svedese, invece ha dato lezione di
calcio Lima, l'altro ex della gara, che è sempre più importante in mezzo al
campo. Senza Signori, Locatelli, Wome abbiamo fatto una dignitosa partita e
abbiamo mosso la classifica.
Il calcio moderno, con
l'avvento dei tre punti, disdegna i pareggi. All'interno di questi, lo 0-0
rappresenta il punto più basso dell'interesse. Faccio questa considerazione
perchè ascoltando i commenti, quasi unanimi, dei giornalisti mi accorgo che il
disprezzo per il risultato finale incide fortemente sul giudizio. Bologna Lecce
non è stata un bella partita, però quando la squadra in trasferta tira una
valanga di corner l'attenzione del tifoso rimane viva. Certamente se Cruz , con
la bella zuccata o con la giandonata nel gol annullato, avesse fatto centro i
giudizi sarebbero stati altri.
"Meglio pareggiare
che vincere con una furbata", bravo Guidolin. Ma dal Ciccio, dove ho
seguito la partita, nessuno voleva vedere quel braccio.
Comunque ormai il
calcio è fatto di gol, e non può essere diversamente, visto che gli attaccanti
costano settanta miliardi. Non era così negli anni eroici del Bologna che
giocava in paradiso. E qui mi permetto di fare una citazione "colta",
quasi da virtuoso della statistica: l'anno dello scudetto i nostri eroi
collezionarono ben sette 0-0 (sei in trasferta) compreso Spal e Modena che
retrocessero. Ci si accontentava di più? Forse, ma per tutti era un risultato
più normale e bello per il calcio lo 0-0 di un 3-3, ma non c'era il totogol.
Fatta questa
considerazione, resta la sostanza di una squadra a un punto dalle prime ed è l'Inter
domenica a cercare punti salvezza; non accontentiamola.
29 gennaio 2001
Maurizio Cevenini
Lo
stupore di Locatelli
Una calda e una fredda, una cotta e una cruda... e via di
proverbi per spiegare un Bologna che vince in casa e sfiora la vetta, perde
fuori ed è sotto esame. Domenica prossima a Lecce l'ennesima occasione per il
salto di qualità. Intendiamoci bene stiamo facendo un ottimo campionato e
contro il Verona ho visto una bella partita,
molto gioco e tante occasioni da gol. Sprechiamo molto ma ho notato, meglio in
televisione che allo stadio, che spesso l'errore è stato veramente occasionale.
Ciò che conta è che il Verona si presentava come avversario ostico ed è stato
dominato a differenza della partita con Brescia.
Doveva essere la domenica di Cruz, dopo il rigore e le
"mezze pippe";
ha partecipato al gioco, si è mosso molto ma non ci siamo
ancora. Bologna, cordiale e paziente, lo ha incitato dall'inizio alla fine e
attenderà ancora.
Ha risolto tutto, per la seconda volta, Tomas Locatelli
facendo un gol alla Baggio, alla Maradona, alla Del Piero, alla Platini. Basta,
non se ne può più. Del Piero ha fatto un gol simile ma non così bello, alla
prima di campionato, poi è scomparso, e se ne è parlato per mesi. Ma il calcio
è mercato e la piazza di Bologna è troppo modesta per costruire dei miti da
vendere al grande pubblico. Allora è giusto vedere duemila volte il gol-rapina
della Lazio e due o tre il capolavoro di Loca. Poco male.
Se dopo il gol con Brescia, anche per la strigliata del
presidente, la mancata esultanza poteva essere comprensibile ora è diventata
una moda.
Non so in quanti hanno notato il Locatelli del dopo gol:
allarga le braccia, sgrana gli occhi sorridenti e guarda stupito compagni,
avversari, pubblico.
Sembra chiedere spiegazioni su cosa è successo mentre lui
con quella andatura sgraziata faceva l'ennesimo miracolo.
A Lecce ritroveremo Ingesson, ha fatto tanto per il Bologna,
ma segnerà Lima.
21 gennaio 2001
Maurizio Cevenini
ps.: Consiglio Comunale Bologna - Parrots (Verona) = 1-0
Sesta vittoria consecutiva.
Non
dateci più rigori
Il tifoso vero, focoso e irrazionale come deve essere, ama
vincere, vincere sempre; poi in subordine, nei momenti di magra, si accontenta
delle sane recriminazioni possibilmente legate al complotto.
Gli arbitri, i grandi club, i fenomeni, ma su tutto: i
rigori.
Per due anni li abbiamo reclamati, evocati, maledetti ma
tutti noi, i tifosi appunto, sapevamo che erano la grande coperta di Linus da
usare incaso di necessità.
La storia del calcio, però, toglie sempre le illusioni,
anche quelle paradossalmente negative, e ti lascia solo e annichilito con una
brutta partita che potevi perdere tre a zero e d'improvviso, come un lampo
giunge, da un arbitro semisconosciuto, il più classico dei rigori, sporco e
dubbio.
Proprio a Torino con la Juve, padrona del calcio.
Vola alto nel cielo il pallone di Cruz e con esso la speranza
e le recriminazione per i tanti rigori non concessi al Bologna. Quella gloriosa,
epica cavalcata contro vento del Bologna, senza macchia e senza rigori, si
interrompe proprio dove normalmente il dischetto si sposta con gli attaccanti
bianconeri. Secondo rigore sprecato come quello contro i bianconeri
dell'Udinese.
Cari arbitri lasciateci stare, i rigori no fanno per noi.
Fateci tornare a discutere il lunedì di persecuzioni e grandi intrighi contro
il Bologna.
Un'ultima osservazione sull'argomento che ovviamente non
serve a nulla: Piacentini che le cannonate le tira basse e aveva già fatto una
prova contro il ginocchio-braccio di Juliano non poteva tirare?
Chiuso. Ora dobbiamo pensare per l'ennesima volta alla
partita da vincere obbligatoriamente contro un Verona in salute. Guidolin, che
ormai ha più espulsioni di Ulivieri, dovrà pensare bene, in settimana, a quale
squadra schierare; ovviamente un dilettante come me non si permette di dare
consigli ma penso che sia giunto il momento di dare una possibilità a Cipriani,
come è avvenuto per Maresca e per altri. A Torino si è mosso bene e bisogna
tenere conto che è l'unico che si alza di testa.
14 gennaio 2001
Maurizio Cevenini
Al
pavaion, al taiadel
in brod, al stadio
Sta per finire la più lunga estate senza calcio, quello vero
di campionato.
Di partite ormai se ne giocano tutto l’anno, ma il clima
che si respira nella settimana di campionato è diverso, appassiona di più i
tifosi.
Si torna finalmente allo stadio che, nonostante il mondo
della globalizzazione e delle tecnologie, mantiene tutto il suo fascino antico.
Infatti se pensiamo agli stadi di cinquant’anni fa e guardiamo quelli di oggi,
tutto sommato, salvo qualche uscita di sicurezza in più e qualche seggiolino di
plastica, le differenze sono minime. E allora vale il ritornello della bella
canzone di Dalla De Gregori "Cosa Sarà?" e cioè: nonostante che i
televisori e i satelliti ormai ti preparano anche il pasto, che presto ti
faranno cambiare, con il telecomando vocale, le maglie della tua squadra, la
pettinatura dei calciatori o salutare in diretta dal tuo idolo,……..
nonostante tutto questo e tanto altro, vi è un qualcosa che spinge ancora
migliaia di persone, alla stessa ora, con temperature che oscillano tra i –5 o
i + 35 gradi, a entrare il quell’enorme catino a urlare, imprecare, disperarsi
o gioire per due ore. "Cosa Sarà?"
E’ una domanda alla quale in tanti, sociologi, psicologi,
massmediologi (non so chi siano costoro ma visto che se ne parla tanto,
esisteranno) hanno cercato di dare svariate spiegazioni al quesito; io penso che
resterà un inspiegabile mistero.
Ma dimenticavo che è il mio esordio, con questa rubrica, nel
glorioso giornale dei tifosi rossoblù e allora, fatti i ringraziamenti d’obbligo
all’editore e al Bologna, prometto di essere una voce di regime, attenta agli
episodi di colore che animeranno la stagione della nostra squadra.
E’ un comportamento un po’ meschino, ma il fatto è che
altrimenti mi impedirebbero di scrivere. Spero però che la sincerità di questa
confessione mi riabiliti in parte agli occhi dei nostri lettori.
D’altronde, non ho rinunciato alla mia segreta aspirazione
di entrare a far parte del Consiglio di Amministrazione del Bologna F.C.; anche
se mi confermano che, oltre ad avere l’assenso indispensabile di Gazzoni e dei
suoi soci, dovrei versare qualche miliardo che purtroppo non ho.
Naturalmente le miei scuse ai giornalisti veri, hai quali
chiedo comprensione per questa infiltrazione abusiva: in ogni caso la mia
assoluta incompetenza calcistica li mette al riparo dai rischi di concorrenza.
Torno comunque al tema della mia "prima" che vuole
essere un ringraziamento a tutti coloro che, anche saltuariamente, vivono la
magnifica esperienza del Dall’Ara.
A partire da quelli che, come me, iniziarono negli anni dell’indimenticabile
scudetto. Ho tanta nostalgia per quel periodo: al pavaion, al taiadel in brod,
al stadio. Il bollettino regionale dava le ultime notizie mentre si mangiavano
le tagliatelle con il brodo buono e poi via veloci allo stadio, un domenica sì
una domenica no. Senza anticipi-posticipi per la televisione.
Buon campionato anche per quelli che allo stadio ci sono
andati tra le due guerre e ancora oggi sono lì, come Barile e le sue
strampalate filastrocche.
Ma un pensiero va alle ragazze e ai ragazzi delle due curve,
il vero cuore del tifo, che rinunciando al collegamento internet esulteranno per
la nostra squadra.
Non ricordo dove ho letto che nascono più nuovi amori negli
stadi che dentro le discoteche, io ci credo.
Per finire Forza Bologna. Un caloroso augurio di buon lavoro
a Guidolin, al capitano, a tutti i ragazzi che sono certo daranno il massimo.
Siamo partiti con il piede sbagliato ma c’è tutto il tempo
per recuperare.
In fede, rossoblù ovviamente.
Bologna, 28 settembre 2000
Maurizio Cevenini
Dedicato ai 300 del
bar Ciccio
Con il Comune di Roma non siamo riusciti ad organizzare il
tradizionale confronto calcistico tra consigli comunali, in coincidenza della
partita di serie A.
Ho rinunciato, quindi, alla trasferta e per la prima volta ho
deciso di assistere alla partita nel mio bar preferito, dal Ciccio in via S.
Mamolo, dove non si paga nulla nonostante i costi d'impianto.
Ci vado spesso, in altri momenti, perchè parlare col Ciccio
mi aiuta a capire cosa dice e pensa la tanta gente che lo frequenta.
Ma, un po' perchè seguo spesso il Bologna in trasferta e un
po' perchè mi reclama la famiglia, non ho mai assistito al rito collettivo del
Bologna in TV.
E' stata un
'esperienza simpatica a prescindere dal deludente risultato.
Alle 15, davanti a televisori interni ed esterni si sono
radunate tante persone, 2-300 non saprei, che diligentemente si sono piazzati
nel loro solito posto, come prevede la cabala, i giovani prevalentemente
all'esterno, gli ...anta all'interno. Maglie e striscioni compresi, come allo
stadio e poi un tifo vero appassionato. Mangiando, bevendo di gioia o di rabbia,
tenendo incollati al bar il Ciccio, il fratello Fausto e Dolores.
Cruz, il giardiniere, è passato dalla santificazione alla
vicina Villa Ghigi che ha l'erba lunga da tagliare quando si è mangiato un paio
di gol. E la difesa... il giovane Galli, Guidolin metti Signori!
Uno stadio in miniatura, con tutti gli ingredienti, compreso
qualche sedia, non regolamentare, portata da casa come succedeva ai burattini di
Porta D'Azeglio troppi anni fa.
Una bella festa tra amici, conosciuti a volte per un giorno,
guastata da due maledette distrazioni; ma il Ciccio, che è un filosofo, dice
che ci rifaremo...
Ne parlerà domani con Guidolin, se ne avrà voglia,
preparandogli il capuccino.
02 ottobre 2000
Maurizio Cevenini
Vecchio stadio non
voglio perderti
Sotto una pioggia battente il nostro Bologna ha compiuto il
miracolo di battere il Milan. Ma come si dice non è stato uno sghetto: abbiamo
visto una squadra equilibrata in tutti i reparti, seppur con qualche problema in
attacco, vogliosa di rispondere alle tante critiche piovute nelle scorse
settimane.
Mi fa piacere ricordare che, una volta tanto, gli eroi della
partita sono stati due "Giova(n)ni" di più di trent'anni che , quando
non correvano i miliardi, venivano definiti operai per l'oscuro lavoro a cui
erano chiamati.
Ma non è su questo che voglio intrattenere il mio pubblico
in attesa della trasferta di Napoli che rappresenterà una immediata verifica
della forza della nostra squadra in questo avvincente campionato.
La scorsa settimana il presidente Gazzoni è stato chiamato
in Comune, per discutere sulla convenzione che, oltre due anni fa, affidò la
gestione diretta dello Stadio alla società.
Una raffica di domande dei consiglieri ha ricordato al
presidente le inadempienze della società alle quali Gazzoni ha cercato di dare
motivazioni, alcune convincenti e altre meno, ma soprattutto ha contrattaccato
dicendo che a Bologna serve un nuovo stadio.
Una struttura paragonabile a quella di Reggio Emilia: lontana
dal centro, teoricamente sotto un altro Comune o un'altra provincia (Modena,
Ferrara?), servita da svincoli autostradali e da ferrovia. Un quartiere potrebbe
riprendere a respirare riconquistando quella vivibilità che, il traffico ed i
tifosi ospiti, tolgono ogni volta che c'è una partita.
Indubbiamente una soluzione funzionale e moderna, idonea alle
ambizioni che il duo Gazzoni-Tralli si pone. Tutto bene, quindi? A mio parere,
assolutamente no.
Il Dall'Ara, già Littoriale e Comunale, è un vecchio di più
di settant'anni pieno di acciacchi che le protesi del '90 non hanno risolto.
Ma è il nostro Stadio, la nostra storia più bella. Come
potemo ricreare l'atmofera delle curve Andrea Costa e S. Luca, sostutite dalle
anonime curva nord e sud?
Avremo occasione di riparlarne nei prossimi numeri ma io,
filo Gazzoniano convinto, farò il possibile perchè il cuore rossoblù continui
a battere "dentro" Bologna.
15 ottobre 2000
Maurizio Cevenini
Nello stadio di
Maradona
Domenica 22 ottobre a Napoli è una bella giornata di sole.
La città fa vedere, in particolare nel suo grande centro storico, che è
cambiata e sta cercando di allontanare quell'immagine di profondo sud a cui
tanti luoghi comuni l'hanno relegata.
Non è più la città del colera, per ricordare un'immagine
terribile, che fece il giro per il mondo e rende merito alla laboriosità dei
napoletani.
Comunque Napoli non è Napoli se non c'è il calcio, quello
vero della serie A.
Con i colleghi del Consiglio comunale abbiamo fatto questa
bellissima trasferta passando due giorni a Napoli accolti dai colleghi
napoletani come solo da quelle parti sanno fare (per la cronaca il nostro
incontro è terminato 2-2).
Sul piano calcistico abbiamo potuto constatare che la
presenza del più grande giocatore del mondo è ancora vivissima nella città e
nello stadio che lo ha consacrato.
Maradona a Napoli non è più un nome ma è ormai un
aggettivo che si usa per spiegare, per obiettare, per portare come esempio. E c'è
una grande nostalgia per un grandissimo campione dello sport altrettanto grande
nel suo fallimento umano. Ma il legame con la città e la sua voglia di
rivincita, è indissolubile. Io credo che se si facesse un referendum tra i
Napoletani, con tutto il rispetto per i santi, anche il San Paolo cambierebbe
nome.
Mi è piaciuto partire da qui, nella meravigliosa giornata
del Bologna dilagante, per segnalare la grande delusione dei quarantamila del S.
Paolo contro dirigenti che li avevano illusi con Baggio ed altre fantasie.
Le immagini televisive, inquadrando solo le decine di idioti
che bruciano seggiolini,
a volte non rendono omaggio a questo sportivissimo pubblico
che applaude a scena aperta Signori quando lo immagina Maradona nelle sue
discese entusiasmanti o espone uno strisione di incoraggiamento alle popolazioni
di Piemonte e Valle d'Aosta. Detto questo mi arrabbio con chi vuole sminuire la
prestazione di un Bologna veramente convincente.
Ora ci attende Reggio Calabria guai a montarsi la testa;
prima si raggiunge la salvezza poi si sogna.
15 ottobre 2000
Maurizio Cevenini
I 60 anni di
Bulgarelli: un 8 per sempre
Nei giorni scorsi Giacomo Bulgarelli, glorioso capitano
rossoblù dello scudetto, ha tagliato la tappa dei 60 anni. Giacomo ha giocato
in serie A esclusivamente nel Bologna come avveniva per altre bandiere di quei
tempi, Rivera Mazzola e altri.
In più lui era ed è un bolognese anche se oggi è un grande
commentatore televisivo che gira il mondo.
Mi piace iniziare questo mio commento con i doverosi auguri
all'amico aggiungendo una richiesta che non so fino a che punto potrà essere
presa in considerazione dalla società.
Ormai sta diventando una moda, nel calcio e nel basket,
ritirare il numero di Bologna dei giocatori più rappresentativi: ha iniziato il
Milan con Baresi se ne parla per Maradona.
Quando giocava Giacomo, se si fosse ritirata la sua maglia,
il Bologna avrebbe dovuto disputare le partite in dieci, perchè i numeri erano
rigorosamente dall'1 all'11 e ad ogni numero corrispondeva un ruolo definito per
sempre. Il numero 8 in quei tempi lo indossava un centrocampista ed in
particolare la mente del centrocampo, il 6 era il mediano di spinta e il 10,
oggi il numero degli dei, l'altro centrocampista più avanzato.
Ma Giacomo era sempre lì, al centro del campo, a condurre le
operazioni.
Oggi, che i numero possono arrivare all'infinito, il numero 8
lo indossa il bravissimo Lima; sono convinto che non gli dispiacerebbe se l'8
del Bulgaro fosse simbolicamente ritirato.
Spero se ne possa parlare.
Tornando all'attualità, mercoledì arriva la Reggina. Lo
stanno dicendo un po' tutti, lo dico anch'io, è un appuntamento cruciale, forse
più importante della partita con il Milan.
Il Bologna ha fatto vedere belle prestazione nelle prime tre
di campionato senza rubare nulla e forse con qualche credito sul piano della
fortuna; con la Reggina è indispensabile vincere per giocarci alla pari con la
Lazio il nostro futuro.
28 ottobre 2000
Maurizio Cevenini
Ekong, una
rivoluzione pericolosa
Cosa sarebbe successo a Bologna se il Bologna avesse vinto a
Roma? Qualcuno avrebbe parlato di scudetto facendo paralleli con il grande
Bologna dello scudetto.
Meglio, molto meglio così, i piedi restano per terra e ci
prepariamo al derby dell'Appennino dopo una bella doccia fredda.
A Roma abbiamo giocato male anche se non penso assolutamente
che i ragazzi si siano montati la testa; dall'altra parte c'erano i campioni
d'Italia e il Bologna non può rinunciare a Signori e Locatelli senza subire
contraccolpi.
La sconfitta ci sta, l'importante è reagire immediatamente
rimanendo nella parte sinistra della classifica.
Questa settimana desidero, però, soffermarmi su un tema che
potrebbe sconvolgere in modo definitivo il mondo del pallone.
Come spesso accade, le rivoluzioni nascono da un focolaio in
un piccolo paese, sottovalutato dai più; le rivoluzioni possono portare
maggiori opportunità per tutti, in altri casi, la maggioranza, al potere di
pochi.
Succede che una società modello, la
Reggiana, con lo stadio più funzionale del mondo ma che disgraziatamente, nel
giro di quattro anni, è passata dalla A all'orlo della C2, riesca ad ottenere
una sentenza che permette al calciatore extracomunitario Ekong, di giocare
nonostante i regolamenti di Lega.
Fatta la doverosa premessa che, quando si parla di calcio
miliardario, non è assolutamente in campo il tema del razzismo e della
discriminazione, occorre qualche considerazione.
Questa sentenza potrebbe provocare un vero terremoto:
svuotamento dei vivai per la nazionale e via libera per quel campionato tra
superclub che eliminerebbe di fatto il 50% delle squadre nel nostro Paese.
In una nota trasmissione calcistica, che non nomino per
motivi pubblicitari (s(q)uola di calcio) il DS del Bologna Cinquini ha svolto
una lucida analisi per dimostrare che la totale deregulation, sostenuta dai
grandi club, porterebbe alla trasformazione del più grande sport di massa del
nostro Paese.
5 novembre 2000
Maurizio Cevenini
Bia, nascondi la
palla sotto la maglia.
Questa rubrica dovrebbe presentare la prossima partita come
indicato nella testata ma essendo, io, un romantico un po' masochista preferisco
rileggere la pagina precedente. Il derby dell'Appennino ha sempre avuto un
fascino particolare e per Bologna e Firenze rappresenta un po'
l'appuntamento a livello di Roma-Lazio, Milan-Inter.
E come sempre avviene in queste sfide il risultato peggiore
è il pareggio e la classica divisione della posta lascia l'amaro in bocca.
E' successo anche domenica e se fossi un osservatore esterno,
disinteressato, direi che è un risultato giusto con occasioni ed errori da una
parte e dall'altra.
Ma visto che parlo da tifoso sono inferocito.
Il Bologna aveva la partita in pugno quando, su un intervento
pulito di Bia, Paparesta ha fischiato la punizione da cui è scaturito il fallo
da rigore dello stesso Bia. Il nostro centrale è uomo e giocatore onesto, ha
sorriso e invece di nascondere la palla sotto la maglia per posizionarsi, ha
subito la seconda beffa.
Sì, perchè i giocatori, fin dal primo calcio in cortile,
imparano, purtroppo, a fare i furbi e ricordo con qualche nostalgia il mio
amico Giuseppe, negato per il calcio, che ogni volta che gli fischiavano un
fallo nascondeva il pallone sotto la maglia; ma questa è un 'altra storia anche
perchè la palla era sua.
Bia è un grande amico e penso di poter scherzare seppure con
una punta di amarezza.
Tutti gli altri episodi li trascuro anche se i due interventi
assassini su Signori erano da espulsione. Con il capitano fuori causa, Varicelli
(Locatelli) che pur messo in piedi a tempo di record non può essere quello
delle prime partite, Binotto a mezzo servizio, fa ancora più rabbia veder
sfumare la vittoria.
Consoliamoci con la "prima" di Cruz che si è visto
non solo in occasione del gol e con la classifica che si muove.
Credo fosse Brera, ma potrebbe essere chiunque altro, che
diceva che l'importante è muovere la classifica.
E' vero che con i tre punti vale meno ma il Bologna è vivo e
rimane... a sinistra.
12 novembre 2000
Maurizio Cevenini
Vinceremo il
tricolor.......
Negli ultimi minuti, a Perugia, diluviava ma la nutrita
comitiva dei ragazzi della curva rossoblu non se ne accorgeva e incitava la
squadra come aveva fatto dall'inizio.
E mi è apparso spontaneo e giusto quel grido:
"vinceremo, vinceremo, vinceremo il tricolor.....".
Quante volte lo abbiamo sentito al Dall'Ara, masticando amaro
per le ambasce in cui versava la nostra squadra.
Ovviamente penso che il Bologna abbia meno di una possibilità
su mille di vincere lo scudetto ma il terzo posto all'ottava giornata va goduto
anche sognando sotto la pioggia.
Ed è bello vedere che questa classifica, che fa girare la
testa, è merito di un collettivo che manda in gol tanti giocatori diversi e
senza esaltare con il gioco, uno dopo l'altro arrivano risultati pesanti.
La squadra operaia a Perugia era senza Signori, Wome e ha
perso quasi subito Lima ma non è cambiato nulla perchè i bomber sono Bia,
Locatelli e Nervo.
E se tra Vicenza, Bari e Atalanta arrivassero almeno sei
punti, la vigilia di Natale a Udine ci si giocherebbe..... fermiamoci qui.
In attesa dell'arrivo del Vicenza, voglio ricordare che
quella che stiamo vedendo ed ammirando è sempre più la squadra voluta da
Guidolin e Cinquini. Io sono tra coloro che, solo per grande ottimismo ho avuto
fiducia nella squadra, ma quando il presidente Gazzoni ha dichiarato che questa
era la squadra più ragionata, ho pensato che l'avesse sparata veramente grossa.
Mi sono sbagliato e sotto questo profilo penso siano in molti
a dover fare autocritica.
Le prossime partite potrebbero tranquillamente ribaltare
tutto ma oggi occorre riconoscere che il Bologna è una squadra seria e sana sul
piano della dirigenza e del gruppo di giocatori.
Allora se domenica dalla curva risentiremo:"vinceremo il
tricolor" non sorridiamo dal settore dei milordini, perchè un piccolo
scudetto lo stiamo già vincendo.
ps: Consiglio Perugia-Consiglio Bologna: 1-4
26 novembre 2000
Maurizio Cevenini
Addio sogni di
gloria....
Una vecchissima canzone maliconica recitava così: addio
sogni di gloria, addio castelli in aria... E' bastato il pareggio con il Vicenza
per archiviare la settimana di euforia appena trascorsa? A mio parere no perchè
il Bologna non era squadra di fenomeni prima, non è tornata nella mediocrità
oggi. C'era molta delusione fuori dal Dall'Ara, nell'ennesima giornata di
pioggia allo stadio, le bandiere arrotolate, molti musi lunghi, quasi avessimo
perso uno spareggio. E poi recriminazioni per un centravanti alto e grosso che
si libra come una libellula per segnare un gol straordinario. Ovviamente chi
scrive è in preda alle stesse delusioni di coloro che vuole descrivere con
asettica lucidità ma la ragione deve prendere il sopravvento anche nel calcio.
Cinque vittorie, due pareggi, due sconfitte, terzo posto,
dopo un quarto di cammino è un risultato esaltante. Non dobbiamo dimenticare
che per il morale è fondamentale non perdere e domenica ci stava anche la
sconfitta contro un Vicenza che, non avendo nulla da perdere, dopo il pareggio
ha rischiato di tirarci un brutto scherzo.
Calma, quindi, e sangue freddo verso una trasferta difficile
come quella di Bari e anche lì, se muoveremo la classifica, andrà benissimo.
Non dimentichiamo mai che abbiamo due obiettivi la salvezza e lo scudetto: in
mezzo ci stanno anche dignitosi piazzamenti che ci potrebbero fare rivedere
l'Europa.
Anche la squadra del Consiglio Comunale partirà per Bari e
anche questa trasferta vuole rappresentare un legame forte con la squadra e gli
stadi.
C'è stato un vistoso calo di spettatori in questa settimana,
un po' in tutti gli stadi; mi auguro che sia l'effetto del freddo e della
pioggia ma temo qualche effetto Reggio Calabria con quelle immagini terribili,
riproposte troppe volte dalle televisioni.
Ho detto più volte che senza la presenza negli stadi, questo
sport perderebbe gran parte della sua carica e sarebbe destinato a un lento
declino.
Non so quale sia la scelta più giusta, forse la gestione
totale da parte delle società, comunque qualcosa va fatto in fretta.
Consiglio comunale Bologna - Consiglio comunale Vicenza 3 - 0
03 dicembre 2000
Maurizio Cevenini
Campioni
d'inverno....
Mentre scrivo questo pezzo sono in viaggio per Bari con la
squadra del Consiglio Comunale e non potendo scrivere sull'attualità uso la
fantasia....
E' freddo questo mese di febbraio a Bologna; è così da un po'
di anni, il generale inverno arriva dopo le feste.
Ma la festa vera è oggi: Bologna Inter, al dall'Ara tutto
esaurito nonostante il nevischio.
Chi l'avrebbe mai detto che dopo il risultato di Bari
(1-2-x?) non ci saremmo più fermati e oggi ci stiamo giocando addirittura il
titolo di campioni d'inverno.
Vittoria con l'Atalanta che oggi è risucchiata a mezza
classifica, pari a Udine sono ancora quarti, vittoria con il Brescia, ma
soprattutto i due gol di Torino: Signori, Cruz.... memorabile! Peccato per i due
pareggi con Verona e Lecce ma oggi siamo qui a due punti dalla Roma. Stiamo
giocando malino, l'Inter si chiude bene, ha colpito anche un palo in
contropiede. Zero a zero nel primo tempo come a Parma. Il tempo di un panino
alla mortadella Alcisa e si ricomincia. Che sofferenza, forse incide anche il
campo pesante ma non riusciamo a tirare in porta. Siamo già alla mezz'ora
quando il din don richiama lo sguardo sul tabellone scassato, Parma uno Roma
zero: Torrisi. Dalle curve Andrea Costa e San Luca un unico boato mentre il
Bologna batte l'ennesimo corner, Bia si alza ma viene strattonato: rigore
dubbio. Beppe sul dischetto...
E' questo l'Hotel Boston? Siamo a Bari, domani si gioca.
8 dicembre 2000
Maurizio Cevenini
L’unico dissenso
con Gazzoni….
Termina il secolo e nessuno se ne accorge; ormai ha prevalso
l’idea che il duemila fosse il primo anno del terzo millenio per me lo sarà
il duemilauno.
Saluto tutti i tifosi rossoblù, i giocatori, i dirigenti.
Questo avvio di campionato, pur con qualche rammarico, ci
colloca dove nessuno avrebbe mai ipotizzato. Riprenderemo a parlare di calcio
giocato nel prossimo anno ma per quest’ultimo numero voglio parlare dell’unico
dissenso con il Presidente Gazzoni.
In questi anni ho avuto molte occasioni per riconoscere al
presidente grandi capacità in un mondo difficile come quello del calcio di
serie A. In questi sette anni sono passati da Bologna calciatori più o meno
importanti che hanno dato un grande contributo, ma su tutto prevale l’idea di
una direzione seria, concreta. Il Bologna calcio, dopo il fallimento, era
scomparso nella considerazione generale, oggi siamo conosciuti e rispettati in
Europa.
E proprio per questa considerazione che mi permetto di dire
che non condivido l’idea del Presidente di costruire un nuovo stadio fuori da
Bologna.
Qualcuno sostiene che già nel 90, approfittando dei fondi
mondiali si sarebbe dovuto costruire il nuovo stadio; io ho visto il
meraviglioso Stadio della Vittoria di Bari abbandonato per il San Nicola e mi ha
fatto un brutto effetto.
Il Dall’Ara e il Bologna calcio sono indissociabili, è
come pensare Piazza Maggiore senza le Due Torri. Potrebbe essere il colpo
decisivo per allontanare dallo Stadio i bolognesi e non sarebbe giusto.
Per restare al Dall’Ara occorrono due cose fondamentali:
liberare i residenti e coprire lo Stadio. Obiettivi difficili, ma non
impossibili.
Una rimodulazione severa del traffico e degli accessi
(compresa la sosta degli ospiti) potrebbe rispondere alla prima esigenza.
Una copertura trasparente e mobile, secondo le tecniche più
avanzate, potrebbe superare le giuste resistenze della sovintendenza,
preoccupata per la vista di San Luca.
Ci pensi Presidente e comunque auguri e grazie per questi
anni rossoblù.
Bologna 16 dicembre 2000
Maurizio Cevenini
Ripartiamo, come
se non avessimo sognato
Domenica scorsa non
meritavamo di perdere con l'Atalanta, come con il Vicenza beffati sul finale ma
da Udine occorre reagire.
Per carità, l'Atalanta
ha confermato di meritare l'alta classifica e destano ammirazione i
"bolognesi" Doni e Paganin ma, anche senza attacco, l'avevamo messa
nell'angolo e stava per capitolare.
Con l'Atalanta la
sconfitta più brutta, non solo perchè ingiusta maturata dalla velocità di due
vecchietti come Nappi e Ganz, ma perchè subita al Dall'Ara, da tanto tempo
inviolato.
Avevamo sognato nove
punti ne abbiamo preso uno, il resto è solo rabbia e recriminazione.
C'è solo un modo per
ripartire: dimenticare la grande occasione che abbiamo bruciato nelle ultime tre
assurde partite e grattare un punto alla volta in attesa che torni il sole;
quello vero, non quello che ci ha tradito domenica 17.
La classifica rimane
invidiabile ma è determinate muoverla subito, prima della sosta. Gli obiettivi,
anche i più ambiziosi (zona Uefa), restano alla portata di questa squadra.
Voglio ricordare che
stiamo faticosamente recuperando tre giocatori fondamentali come Signori,
Binotto, Wome che stanno faticosamente recuperando da incidenti seri.
A noi tifosi spetta il
compito di sostenere la squadra, se possibile più di prima. La cosa più brutta
e grave sarebbe cominciare a cercare i responsabili delle sconfitte minando la
solidità del gruppo attorno all'allenatore.
Siamo tutti allenatori
ed è facile indicare la via maestra dal salotto di casa, lasciamo perdere.
I consuntivi si faranno
alla fine, lucidamente e a riflettori spenti.
Un'ultima considerazione
sul giovane e inesperto arbitro che ci ha negato un rigore netto ed un encomio
dal sempre rossoblù Nervo che sta facendo un campionato super.
Quarta vittoria
consecutiva per il Consiglio Comunale contro Bergamo 2 - 1, ma come sappiamo non
conta nulla.
17 dicembre 2000
Maurizio Cevenini
2001, buon anno Bologna
Avere uno spazio su una rivista dà un brivido speciale
quando, non avendo un tema preciso da trattare, puoi scrivere a ruota libera.
Sto scrivendo appunto alle ore 15, proprio all’ora canonica
del calcio d’inizio calcistico, del primo gennaio 2001. Forse il giorno più
disgraziato e frastornante dell’anno perché viene dopo la notte più lunga e
più dura, durante la quale tutti sono obbligati a divertirsi e fare tutto ciò
che schivano nel corso dell’anno. Mangiare, ballare, urlare, bere lontano dai
pasti e soprattutto tirare tardi. E quando ti svegli, devastato, pensi subito a
questo primo giorno che annuncia un altro duro anno di lavoro, di
preoccupazioni, di scelte. Così scorre via lento e fastidioso questo giorno
pieno di record come l’annuncio del primo bambino nato dopo un secondo, per la
felicità dei genitori che non sanno che inizierà la scuola perdendo un anno e
soprattutto dovrà festeggiare il compleanno nel giorno più stanco. O ancora
peggio l’elenco delle vittime dell’imbecillità di pochi.
E la solidarietà piena e un ringraziamento va a tutti coloro
che avendo lavorato si gustano il meritato riposo.
Divagazioni di cui mi scuso.
Con il 2001 riparte il campionato, dopo una pausa che, se
fosse durata l’intero mese di dicembre, avrebbe visto il Bologna ai vertici
del campionato. Ci siamo inchiodati a quota 17 e qualcuno ha teorizzato che
avremmo dovuto perdere con Vicenza per scavalcare quel numero sfortunato. Sono
arrivate le randellate del Presidente, i dubbi di Guidolin, lo smarrimento dei
tifosi, le mille lire per bambino allo stadio (questo è positivo). Quando
uscirà questa rivista si saranno già giocate due partite con Brescia e
Juventus che indicheranno se il Bologna è di destra o di sinistra: nove di qua
e nove di là, anche se solo alla fine del girone d’andata, si chiariranno i
due schieramenti.
Si sarà mosso anche il mercato folle che, proprio nel
periodo dei saldi, rilancia. Continuo a preferire il Bologna, prudente e
relativamente povero, rispetto all’Inter di Moratti che ormai rappresenta la
barzelletta del dissennato imprenditore. Quanto è lontana la squadra gloriosa
dell’altro Moratti, che vinse tutto con una rosa di tredici giocatori.
In queste giornate a cavallo dell’anno si è parlato molto,
come avviene periodicamente, dei mezzi indispensabili per invertire un ciclo
negativo. Silenzio stampa o semi-silenzio, ritiro lungo, breve, medio; e in
mezzo la variabile del controllo del panettone dei tortellini, lasciando, per
una volta, fuori il problema del sesso.
Io credo che siano tutti tentativi artigianali che funzionano
poco e se la formula magica ed unica esistesse non se ne parlerebbe tanto.
Ragazzi o uomini, come preferiamo chiamarli, tanto diversi
difficilmente si adattano ad un’unica impostazione.
Teoricamente, come si fanno piani di allenamento
personalizzati così si dovrebbe fare a seconda del carattere e delle
aspettative.
Faccio un paragone sacrilego, ma con licenza poetica: la
Monaca di Monza aveva l’ambizione di essere Gertrude e basta e se fosse stata
libera avrebbe fatto qualche disastro in meno. Questo è il mio parere che,
ricordando il giorno e l’ora in cui viene scritto, può essere perdonato.
Come per il vecchione ho bruciato il più brutto ricordo
calcistico del 2000: la rovesciata impossibile di Toni, e i diciassette punti
che mentre leggete sono diventati….
Buon anno, Bologna!
Bologna, 1 gennaio 2001
Maurizio Cevenini
Articolo 12 news
Tre punti
di sutura
Le tre sconfitte consecutive
che hanno chiuso il dicembre calcistico del nostro Bologna hanno fatto molto
male. Si sono aperte vivaci discussioni, ognuno ha proposto i suoi rimedi fino
al paradossale balletto dei ritiri. Insomma si era aperta una bella ferita che i
tre punti di sutura con il Brescia hanno
parzialmente rimarginato. Il calcio
continua ad essere bello ed entusiasmante perchè è tutto tranne che uno sport
scientifico e guidato dalla logica; credo anch'io che alla fine, di massima, i
più forti vincano di più ma guai ad azzardare pronostici sulle singole
partite. Il Bologna che ha battuto il Brescia di rapina se in una simulazione
avesse potuto giocare con lo stesso Bologna sconfitto dall'Atalanta, sarebbe
stato stritolato; oggi siamo nella parte nobile della classifica per i punti
stiracchiati conquistati mentre le belle prestazioni vengono dimenticate subito.
Bologna guarito quindi?
Assolutamente no, perchè come insegnano i medici le ferite vanno prontamente
tamponate, anche con mezzi di fortuna, poi deve iniziare la cura vera e propria.
Ho visto lacune preoccupanti
e giocatori fuori fase ma i tre punti di sutura per quindici giorni terranno di
sicuro. Domenica con la Juventus potremo giocare senza patemi e forse riusciremo
di nuovo a essere brillanti e rosicchiare qualcosa in attesa del Verona, che
spero di battere con un altro orribile 1-0.
Un pensiero particolare ai
due protagonisti della partita: Pagliuca merita un discorso a parte: penso che
con uno dei tre portieri della nazionale avremmo perso la partita. Gianluca, il
gattone di Casalecchio (grande merito all'amico Cotti che ha centrato il
soprannome) è un equilibrista sulla riga di porta; lì con i suoi artigli è
ancora il numero uno al mondo.
L'altro è Locatelli: ha
preso "caldi" dal presidente e ha risposto bene; dal gol risolutivo
trarrà giovamento.
7 gennaio
2001
Maurizio Cevenini
p.s. quinta vittoria
consecutiva per i consiglieri
Consiglio comunale Bologna -
Consiglio comunale Brescia 2-1
Con il numero 10 del figlio,
ha giocato con noi Jo Signori, padre di Beppe
INIZIO
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