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Dopo cinque anni di onorata carriera il "vecchio" sito chiude. Grazie all'amico Silver vivrà in una nuova veste grafica forse un po' più rigorosa. Alla rinfusa resteranno in questa pagina antica le immagini di un percorso pieno di ricordi. Un ringraziamento a Cristina ideatrice del sito e a Giulia che lo ha tenuto in vita negli ultimi anni. Maurizio Cevenini |
in un cassetto... come sembrano lontani quei giorni... in quella soffitta... come eravamo...
Chiuso il 31/12/2006
Grazie. Un anonimo tifoso ha immortalato la nostra curva a San Siro... ovviamente il sindaco sarà Sergio Cofferati e il 5 resterà solo il riferimento al capitano. 23 dicembre 2004 dicembre 2005
20 settembre 2004, ultima sera alla festa dell'Unità. Negli ultimi due anni attraverso le immagini della festa si sono intrecciate storie di politica e di vita, quest'anno il protagonista del sito ci ha dato poche possibilità. Abbiamo fotografato l'ultima sera alla pesca, cercatevi... Giulia Per Enrico |
seguirà servizio fotografico completo...
grazie per le foto ruvido
Bologna 4 gennaio 2007 Tribuna:Che strano linguaggio accompagna il mondo della politica, ci si perde in fiumi di parole o ci si lega indissolubilmente a qualche frase o ad un singolo aggettivo che ti accompagna per tutta la vita. Per tanti della mia generazione il termine “comunista” ha rappresentato la sintesi della “meglio gioventù”: avevamo tutto così chiaro e il volgere del mondo ci pareva lineare e definito tra buoni e cattivi e il termine rivoluzione significava progresso, libertà, giustizia sociale. Eravamo in buona fede quando non prendevamo in considerazione ciò che avveniva nel mondo reale, senza pensare a quanto quel termine positivo sul piano filosofico fosse imbrattato di sangue innocente. Quanta storia è passata da quegli anni e quanti tentativi, molto spesso abortiti, sono stati fatti all’interno e ai confini della sinistra italiana per smarcarsi dalla sindrome degli ex. La lunga gavetta dell’opposizione non è stata sufficiente per compiere l’intero passo ed in due occasione nel ’96 e oggi a distanza di dieci anni, ci troviamo a metà del guado tra la decisa svolta e lo sguardo indietro al passato nostalgico. Nella coalizione di governo convivono sentimenti diversi, vere e proprie differenze politiche e culturali, non ultimo il richiamo esplicito in due partiti al termine di cui sopra, e questo ha sicuramente un peso. Siamo riformisti? Si, ma… E’ questo che a mio parere ci tiene incagliati a metà del guado, il non riuscire a vestire questa nuova maglia con la stessa spigliatezza e freschezza con cui indossavamo negli anni settanta quella comunista. E’ evidente che lo spunto di questa riflessione mi viene dalla scelta dirompente di un intellettuale serio e autorevole come Nicola Rossi che è uscito dal mio partito con una motivazione forte e preoccupante come l’aver abbandonato, ecco che tornano le etichette, il profilo riformista. Naturalmente articola ulteriormente il suo ragionamento vedendo nelle scelte del governo una progressiva sconfitta delle posizioni riformiste. Il mio segretario Fassino si rammarica, e da persona seria qual è, spiega che il progresso delle riforme è faticoso e si scontra con resistenze quotidiane. La penso come lui, ma mi chiedo come si possa uscire dal continuo e faticoso bilanciamento di posizioni che ruota attorno ad un termine che scuote le fondamenta dei governi, siano di sinistra o di destra accompagnati dalle relative sfumature: il lavoro. Il nodo è lì, quali sbocchi occupazionali e attraverso quali forme di contratto, quali garanzie sociali prima, durante e nel periodo del pensionamento. Il resto viene di conseguenza: l’università, la ricerca, l’innovazione. Forse è maturo il tempo delle grandi scelte, il passaggio da ex comunisti a riformisti che non hanno dubbi, per fare un esempio vicino, nell’annoverare tra i propri riferimenti uomini come Marco Biagi che hanno pagato con la vita la voglia di sperimentare, da studiosi al servizio dello Stato, nuove vie nel complicato mondo del lavoro senza pensare quanto ci si spostasse dagli schemi inamovibili indicati dai vecchi maestri. Buon anno... Bologna, 4 gennaio 2007 Maurizio Cevenini tutti gli articoli di tribuna
Mi scuso non ho la forza, le idee per continuare quel dialogo... ma riporto la lettera di Marco che la rete ha già diffuso ampiamente.
Come si fa per un libro: dedicato a mio padre, Italo al barbir Sito aperto il 02/01/2001 - Chiuso il 31/12/2006 |